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Sundance Film Festival, il cinema celebra la narrazione indipendente

Film drammatici, documentari, cortometraggi, mostre ed esperienze di realtà virtuale, eventi musicali e spettacolo.
A quarant’anni dalla prima edizione, il Sundance Film Festival rimane fedele a se stesso ma si arricchisce di una “robusta selezione” di pellicole disponibili per la visione online.
A organizzare, supervisionare e selezionare è sempre lui, Robert Redford, fondatore della rassegna che ha rappresentato, per molti registi, attori e sceneggiatori, la piattaforma di lancio verso il successo planetario.
Lo scenario è rimasto invariato: i cineasti di tutto il mondo, ogni anno, si ritrovano a Park City, nello Utah, lo Stato degli USA che, più di tutti gli altri, deve la propria fama alla settima arte che ne ha cristallizzato le bellezze naturali in film memorabili: basti pensare alla Monument Valley, al Gran Canyon e a Zion Park.
La cittadina che dal 1981 accoglie il Sundance – originariamente era Salt Lake City, dove si svolgeva nel mese di settembre con il nome di Utah/United States Film Festival – ospiterà la nuova edizione dal 18 al 28 gennaio 2024.
L’edizione 2023 ha segnato il ritorno alla normalità dopo le due parentesi virtuali nel 2021 e 2022, a causa della pandemia Covid.
Tra le produzioni più interessanti, “Still”, documentario di Davis Guggenheim sulla vita e la carriera di Micheal J. Fox, indimenticabile protagonista della trilogia di “Ritorno al futuro”.

SUNDANCE FILM FESTIVAL, TRA RISCHIO E SPERIMENTAZIONE

Originariamente concepito come una vetrina d’eccezione per il cinema indipendente statunitense, nel corso del tempo il Festival è diventato una realtà internazionale, capace di attrarre registi, sceneggiatori e interpreti provenienti da tutto il mondo.
Per comprenderne al meglio l’evoluzione, occorre risalire al 1981, anno in cui Robert Redford fonda il “Sundance Institute“, organizzazione senza scopo di lucro che deve il proprio nome a Sundance Kid, il bandito interpretato dallo stesso attore in “Butch Cassidy”, capolavoro del regista George Roy Hill.
L’Istituto nacque all’insegna della volontà di sostenere concretamente cineasti indipendenti, in seguito divenuti protagonisti assoluti del grande schermo.
Qualche nome? Quentin Tarantino, Steven Soderbergh, Robert Rodriguez, Jim Jarmusch e Kevin Smith.
Ma soprattutto i fratelli Coen, che vinsero l’edizione del 1985 con il film d’esordio “Blood simple”.
E ancora, Gregg Araki, Wes Anderson, Paul Thomas Anderson e Todd Haynes.
All’inizio degli anni ottanta, Robert Redford intensificò il suo coinvolgimento al Sundance Film Festival, dapprima come testimonial e successivamente con il ruolo di mecenate di nuovi talenti.
Nel 1984 il “Sundance Institute” assunse la direzione artistica del Festival che iniziò a tenersi ogni anno nel mese di gennaio, nel pieno della stagione sciistica.
Nel 1991, la kermesse del cinema indipendente venne ufficialmente rinominata Sundance Film Festival, la più grande risorsa nello scenario internazionale per gli artisti che abbiano voglia di scommettere, rischiare e narrare storie all’insegna della piena libertà creativa.
Le sezioni attualmente previste sono tre: World Cinema Dramatic Competition, World Cinema Documentary Competition e Non-Competition Sections.
Sperimentazione e originalità sono le parole chiave della rassegna, impegnata ad accrescere la forza della narrazione indipendente in tutto il mondo, con particolare attenzione alla valorizzazione dei talenti emergenti e dei filmmakers fuori dal circuito mainstream.

Fonte foto: pagina facebook Sundance Film Festival

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