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Rossella Ambrosini: l’attrice toscana che ama “vivere” molte altre vite. Intervista esclusiva per CinePress

Rossella Ambrosini, attrice toscana si sta facendo notare sempre di più nel campo della recitazione, infatti il suo talento non è passato inosservato e ha ricevuto il Premio Vincenzo Crocitti International come “Attrice in carriera”. In questa intervista si presenta ai lettori di CinePress.

Quando hai capito che volevi fare il mestiere dell’attrice?

Da piccola, non lo sapevo, ma ero già un’attrice, mi piaceva travestirmi, trasformarmi, o semplicemente indossare una scatola di pannolini come un cappello alla moda! Poi mio nonno materno quando piangevo per qualcosa di non grave ( come fanno tanti bambini insomma ) mi diceva che ero una “ grande “ attrice ! Mi deve essere rimasto in testa 😉
Da grande… ho vissuto una brutta esperienza, una fortissima delusione emotiva e il teatro mi è servito come terapia per tornare alla vita. Da li ho capito che non ne potevo più fare a meno perché stare sul palco o su un set mi faceva e mi fa sentire viva.
Ho deciso di continuare a studiare e a mettere in pratica come inno alla vita, mossa dal fuoco interno di questo grande garbuglio che sono le emozioni con l’obiettivo e l’onore di poterle interpretare e regalarle al pubblico.

Cos’è il cinema per te?

Oltre a sentirmi viva, adoro poter elaborare e regalare emozioni, essere canale per veicolare messaggi importanti, per smuovere riflessioni. Mi fa sentire utile farlo perché questa è la mia più grande passione e perché posso fare qualcosa per gli altri, a servizio del pubblico. Il cinema è davvero magico, poter vivere più vite ed essere più persone in una sola vita, storie diverse, personaggi diversi, lavori diversi, con un mare di emozioni. La vita. E questo è meraviglioso!!

Ce lo puoi dire usando dei versi poetici?

Lei ci crede a questo? A un fuoco inestinguibile che ti divora eternamente.

(Dal film Amadeus)

Accendi un sogno e lascialo bruciare in te.
(William Shakespeare)

La cosa più bella che possa capitare a un essere umano, è di scoprire il fuoco sacro, il fuoco della sua anima. E di fare in modo che la vita intera sia l’espressione di questa anima.
(Annie Marquier)

Se non faccio questo lavoro mi sento così:
Rispondo con una frase di Monica Vitti:

“ il mio lavoro è uno psicodramma. Proprio così: lavoro per aiutarmi a vivere, per guarire. “

Delle esperienze pregresse quale ricordi con emozione?

Ho sempre belle emozioni e spesso forti. Sia a teatro che sul set. Una volta ricordo che dovevo interpretare una ragazza del 500/600, incinta, che scappava per le strade di Firenze inseguita da un assassino. Fu molto divertente.
O sempre quando dovevo interpretare una donna incinta, in un’altra occasione, per lo spettacolo a teatro “ Le due partite “ di Cristina Comencini e per imparare e interpretare al meglio i movimenti più “ difficili “, le sedute non proprio atletiche, andai in giro con una grossa pancia finta prendendo autobus e vedendo con curiosità le reazioni delle persone che si prodigavano per farmi sedere.
Oppure quella volta che dovevo fare una scena sott’acqua mentre mi tuffavo e nuotavo, per prendere la posizione giusta.
Mi sono sempre molto emozionata quando ho vestito i panni di personaggi storici realmente esistiti o in costume d’epoca, genere che adoro più di tutti. Ma anche ne I Delitti Del Barlume mi sono divertita tantissimo, le risate complici sul set a tarda sera parallelamente alla massima professionalità, la connessione tra attori e le chiacchiere post set. L’emozione sta anche nella condivisione di quel momento e nella connessione che si crea, in ogni progetto, come una piccola grande famiglia.

Ci racconti una particolare situazione in cui ti sei trovata sul set?

Una volta ho interpretato una Strega, in un film americano girato in Italia, dovevo iniziare una danza come rito davanti a un falò. Il fuoco era vero ed enorme e per un attimo me lo sono vista arrivare troppo vicino, non ho avuto paura, anche se pericoloso e non bisogna certo essere incoscienti. Ma rifletto… La bellezza di questo lavoro è l’immedesimazione a tal punto da vivere realmente ciò che stai facendo senza preoccuparsi troppo.
(Prudenza e coscienza però possono aiutare in tutto )
In un progetto recente ho trovato molto interessante e sfidante attorialmente dover interpretare il mio personaggio più con espressioni ed emozioni interne che con battute.

Hai subito pressioni o molestie, prima, durante o dopo il set?

Purtroppo come è capitato a tante ragazze o donne mi sono trovata in alcune situazioni non molto simpatiche nel momento antecedente o successivo ai provini, per fortuna sono riuscita a togliermi dalle suddette uscendone quanto prima.

A quali progetti stai lavorando?

Il 25 ottobre scorso presso la Festa del Cinema di Roma è stato presentato in anteprima e in esclusiva un corto a tematica sociale, “Riscrivere”, del regista Mattia Lunardi. Ho avuto il piacere di partecipare come protagonista, lavorando insieme ad altre due splendide attrici e un attore. Sono molto contenta di questo progetto, gli auguro un lungo percorso nei tanti festival nazionali per l’importanza fondamentale del messaggio.
Al momento sono in elaborazione altri progetti. Incrociamo le dita!

LA GALLERY

LA SCHEDA 

Nome Rossella
Cognome Ambrosini
Età L’età non esiste
Hobby: Andare a cavallo, mostre, ascoltare musica, ballare, cantare, guardare film o serie, stare nella natura.
Esperienze professionali: Teatro, cinema, tv spot, perfomances, modella.

La tua citazione preferita: io amo le citazioni di Monica Vitti, Audrey Hepburn e le poesie di Alda Merini, mi ritrovo in diverse. Una tra quelle che amo di più che rappresenta il cinema per me è di Monica Vitti quando dice che ha deciso di fare l’attrice a 14 anni per non morire e decide che può farcela facendo ridere le persone. Io penso che il cinema sia questo, così come è sogno, sogni da vivere ma soprattutto condividere.
Il concetto che mi rappresenta di più è espresso in questa di Merleau-Ponty: “questo mestiere è meraviglioso proprio perché recitare significa vivere molte altre vite”. 

 

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