Cinema

Recensione Spider-Man (2002): un film invecchiato bene che ha rivoluzionato sia il mondo dei supereroi che il cinema d’autore

Spider-Man è un film del 2002 diretto da Sam Raimi e si basa sull’omonimo personaggio Marvel creato da Stan Lee e Steve Dikto nel 1962. E’ il primo capitolo di una trilogia e ha dato vita ad un franchise cinematografico su Spider-Man. Ha un cast composto da Tobey Maguire, Willem Dafoe, Kirsten Dunst,  James Franco, Rosemary Harris, J. K. Simmons, Cliff Robertson, ecc.

Trama

Peter Parker (Tobey Maguire) è un ragazzo rimasto orfano ed è stato cresciuto da suo zio Ben (Cliff Robertson) e sua zia May (Rosemary Harris). E’ un brillante studente liceale con il massimo dei voti ma è anche molto timido e viene spesso preso in giro da alcuni compagni di scuola. E’ da sempre innamorato di Mary Jane Watson, ma non ha mai trovato il coraggio di dichiararle i suoi sentimenti, e ha come unico amico Harry Osborn (James Franco), figlio dello scienziato e magnate Norman Osborn (Willem Dafoe). Quest’ultimo è il proprietario della Oscorp Industries, una società multinazionale specializzata nella scienza sperimentale, nella ricerca di armamenti militari e nella genetica inter-specie.

Un giorno, durante una gita scolastica alla stessa Oscorp, il giovane Peter viene morso da un ragno geneticamente modificato ed acquisisce diversi poteri: una forza sproporzionata; buone abilità combattive; sensi di ragno capaci di avvisare di pericoli in arrivo; capacità di arrampicarsi sui muri; e sparare ragnatele dai suoi polsi.

All’inizio, con un costume addosso, usa i suoi poteri per partecipare a delle lotte libere e per vincere diversi soldi. ma nel momento in cui non riceve ciò che gli spetta dall’organizzatore degli eventi di lotta, per vendicarsi, lascia andare un ladro che aveva appena rubato i soldi allo stesso organizzatore. Ma nel momento in cui lo stesso criminale uccide suo zio Ben, Peter gli dà la caccia e dopo questo evento traumatico ed essersi reso conto dell’errore commesso, decide di usare i suoi poteri per combattere il crimine e proteggere gli innocenti. New York ha un supereroe adesso: Spider-Man.

Mentre Spider-Man lotta contro i vari criminali, consegnandoli alla giustizia, Norman Osborn sperimenta su sè stesso una formula, l’incrementatore di prestazioni. Dopo l’esperimento, Norman è diventato più forte, più intelligente ed anche più schizofrenico e malvagio. E così nasce il temibile Green Goblin, pronto a seminare il panico a New York. Spider-Man è l’unico in grado di combattere Goblin e proteggere le persone a lui care e New York da questo temibile nemico.

Spider-Man (2002) ha segnato sia il cinema d’autore che il genere supereroistico 

Fino al 2002, il genere di supereroi al cinema non era così affermato come lo è oggi (oggi anche troppo). Prima dell’uscita di “Spider-Man”. ci sono stati altri film di supereroi che hanno fatto la storia del cinema: “Superman: The Movie” (1978) di Michael Donner con Christopher Reeve ; “Batman” (1989) di Tim Burton”; “Batman – Il Ritorno” (1992) sempre di Burton; il primo X-Men (2000) di Bryan Singer che ha lanciato Hugh Jackman; ecc.

Ma Sam Raimi, reduce da esperienze cinematografiche horror (“La Casa”, “La Casa 2”, “L’Armata Delle Tenebre”, ecc.), ha voluto sperimentare il genere supereroistico e il suo “Spider-Man” è stato un passo importante non solo per la sua carriera, ma anche per il genere e per il cinema in sè. Il film dimostra che è possibile realizzare un blockbuster d’autore, capace di unire spettacolarità e drammaticità e questo connubio è stato uno degli elementi che hanno consentito la buona riuscita di questa pellicola. Nonostante siano passati più di 20 anni e ci fossero tecnologie meno avanzate di oggi, è “invecchiato” bene ed è di gran lunga superiore a certi blockbuster usciti negli ultimi anni.

Ma cosa rende “Spider-Man” un blockbuster d’autore che ogni appassionato di cinema (o semplicemente uno che si interessa alla settima arte) dovrebbe vedere? Analizziamo i vari fattori

Spider-Man è in ognuno di noi

“Spider-Man” è un film che ha tutti gli elementi per arrivare ad ogni genere di pubblico e comprende l’azione, la psicologia, il viaggio e la scoperta di sè stessi, l’amore, la drammaticità e anche il grottesco ed un pizzico di horror, che si avverte in alcune scene in cui la tensione sale e al momento opportuno fa saltare in aria lo spettatore (ad esempio, quando compare dal nulla il volto di Goblin). Questo è solo una minima parte della regia straordinaria di Sam Raimi che, nonostante si sia cimentato in un genere nuovo per lui, ha mantenuto la sua maestria nell’horror seppur in maniera sottilissima.

Molti cinecomics cercano spesso di basarsi fin troppo sulla controparte fumettistica e questo non è necessariamente un difetto, perché alcuni ci sono riusciti ed altri no, rendendo alcune pellicole di turno realizzate con poco impegno. Sam Raimi, invece, ha trovato un compromesso tra la sua impronta autoriale e la versione fumettistica dell’amichevole Spider-Man di quartiere, anche se la prima risulta più marcata. Il film, così come i suoi seguiti, si discosta dai fumetti però allo stesso tempo rende omaggio ad alcune scene tratte da alcuni albi famosissimi di Spider-Man. La prima parte narra, a piccoli step e con il giusto ritmo, tutto ciò che serve per raccontare come Peter Parker abbia ottenuti i poteri ed è un’incredibile omaggio alla storia fumettistica. Ma è come è stato messo in scena, che ha permesso al pubblico di entrare in empatia con Peter Parker

Ciò che Sam Raimi ha voluto realizzare non era un semplice cinecomic, ma un film che sfrutta la storia di Spider-Man per narrare il passaggio di un ragazzo che abbandona l’adolescenza e, per una serie di eventi, si assume le responsabilità (altro elemento fondamentale della storia) e si addentra totalmente nella fase adulta, diventando sempre col passare del tempo l’uomo che ha scelto di diventare. Altro elemento fondamentale è la scelta, perché se non si ha il controllo degli eventi che capitano, si ha sempre la scelta di farne tesoro e usare le lezioni per diventare uomini migliori. Il morso del ragno è stato l’input, che ha tirato fuori il potenziale nascosto, ma è la scelta la chiave di tutto.

Peter Parker è un personaggio vicino a tutti, con le difficoltà di ogni tipo che si riscontrano tutti i giorni, ma è anche un esempio e la storia nel film motiva lo spettatore a trovare la forza nascosta per affrontare i numerosi ostacoli. Anche questo rende “Spider-Man” un film speciale, ovvero un film capace di emozionare, entrare in empatia con lo spettatore e motivarlo, con la storia di Peter, a trovare la forza di cui ha bisogno.

Il lato tecnico non invecchiato per niente 

Ciò che rende iconico il film, è anche un comparto tecnico che potrebbe fare scuola e doposcuola ad alcuni blockbuster usciti negli ultimi anni. Scene iconiche e ben girate come i combattimenti e le oscillazioni dell’Uomo Ragno tra i grattacieli o altre che sono divenute cult come il bacio tra Spider-Man e Mary Jane sotto la pioggia. Tutto accompagnato anche da una regia stratosferica di cui si è già parlato abbondantemente, una fotografia pazzesca ed una colonna sonora che entra nella testa, senza mai uscire. Ma non si può non fare cenno alla buona scrittura dei personaggi e l’interpretazione degli attori.

I personaggi e gli attori che li interpretano

Il film dispone di personaggi interessanti, da cui si può ricavare una chiave di lettura interessante in ciascuno di loro, e sono tutti interpretati più o meno da attori azzeccati per i ruoli

Peter Parker/Spider-Man: un ragazzo con un passato non felice ma che ha comunque mantenuto i valori insegnati dai suoi zii. La sua empatia e la sua umanità sono ciò che lo caratterizzano e al momento in cui viene fuori il potenziale nascosto, acquisisce anche se ancora non del tutto una certa dimensione in cui mantiene sempre sia la sua umanità che le difficoltà che affronta ogni giorno, non arrendendosi mai. Spider-Man è solo una maschera, ma in realtà è Peter ciò che rende unico il personaggio che si è costruito. Tobey Maguire ha l’espressione giusta da “bravo ragazzo” ed incarna l’idea del personaggio che ha avuto in mente Raimi

Norman Osborn/Green Goblin: un uomo che ha subito un torto nel corso del film, ma invece di trarne il meglio ne ha tratto il peggio. Le origini del villain sono narrate diametralmente a quelle del protagonista nella prima parte nel film, per poi arrivare alla seconda (con un ritmo diverso e a tratti affrettato) in cui ci si concentra sulla loro battaglia. Spider-Man e Goblin sono due facce della stessa medaglia ed entrambi, in modo diverso, hanno tirato fuori il potenziale nascosto ma la differenza è stato nell’uso dei doni che hanno ricevuto. Se Spider-Man opera per il bene, nonostante la tragedia che ha subito; Goblin, invece, è stato preso dalla follia e decide di seminare il panico a New York e dare la caccia a Spider-Man. Tra Norman Osborn e Goblin si crea una sorta di dualismo alla dottor Jekyll e Mr Hyde, il romanzo di Stevenson, e Willem Dafoe, con anni di teatro e cinema alle spalle, è riuscito a calarsi perfettamente in questo ruolo complesso (anzi due ruoli incarnati nello stesso individuo). La sua espressività che ricorda l’espressionismo tedesco e la sua risata malefica hanno dato quel tocco in più e forse è addirittura il migliore del cast (doppiato anche egregiamente da Francesco Pannofino)

Mary Jane Watson: la donna che Peter ama da una vita e lei non si è mai accorta di ciò, per tanto tempo. Anche lei, come Peter, cercava una sua dimensione e lo ha fatto attraverso relazioni sbagliate, non riuscendo ad essere mai sè stessa. L’unica persona con cui riesce ad esserlo è Peter perché è l’unico che vede in lei il suo valore, cosa che nemmeno lei riesce a percepire in alcuni momenti. Kirsten Dunst si è fatta conoscere con questo ruolo e ha fatto ciò che ha potuto.

Harry Osborn: é il migliore amico di Peter e figlio di Norman Osborn. E’ un ragazzo che cerca in tutti i modi di dimostrare il suo valore a suo padre, ma quest’ultimo non lo ha mai notato. E’ un ragazzo che ha tutto, ma in realtà sente un grande vuoto ed è stato messo all’ombra e cerca di uscirne a tutti i costi. E’ interpretato da James Franco e fisicamente è adatto, ma si nota che non ci mette il massimo impegno.

Un punto va anche a favore alle interpretazioni di Rosemary Harris (Zia May), Cliff Robertson (Zio Ben) e J.K. Simmons (J.Jonah Jameson)

Spider-Man ha tutti gli elementi per essere un blockbuster d’autore degno di nota e che può appassionare ogni tipo di pubblico. Di recente, è stato riproposto nelle sale e vederlo (o rivederlo lì) amplifica le emozioni che lascia. Se non si ha avuto modo di vederlo lì, si può trovare sulle varie piattaforme streaming ma l’esperienza in sala non si batte.

Voto: 8.5/10

Giorgio Maria Aloi

 

 

 

 

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