Cinema Le recensioni di Giorgio Maria Aloi

Recensione Spider-Man 2: un sequel superiore al primo film e un blockbuster d’autore che emoziona ancora, dopo 20 anni

Trama

Sono passati due anni da quando un giovane studente liceale di nome Peter Parker (Tobey Maguire) venne morso da un ragno radioattivo che gli diede dei poteri e divenne così il noto supereroe Spider-Man. Nel presente, Peter è uno studente universitario e fa anche dei lavoretti per fare fronte a tutte le spese, come la consegna di pizze a domicilio e come fotografo freelance (libero professionista) al Daily Bugle, il giornale di proprietà di J. Jonah Jameson (J.K. Simmons). Tra i suoi studi e i lavoretti, deve anche proteggere New York dai vari criminali e minacce varie, ma ha difficoltà a trovare un’equilibrio tra la sua normale vita da studente e quella da supereroe. 

Il mancato equilibrio gli causa non pochi problemi, come il non riuscire a svolgere bene il lavoro o un rallentamento negli studi universitari. Di conseguenza, si ritrova con pochi soldi in tasca e fa anche fatica a far fronte a tutte le spese. 

E come se non bastasse, i suoi doveri di Spider-Man lo portano anche lontano dai suoi affetti più cari: sua Zia May (Rosemary Harris) sta affrontando un processo di esecuzione in cui rischia di perdere la casa; il suo migliore amico Harry Osborn (James Franco) ha giurato vendetta contro Spider-Man, perché lo ha trovato davanti al cadavere di suo padre Norman (Willem Dafoe) e crede (erroneamente) che lo abbia ucciso; e Mary-Jane Watson (Kirsten Dunst), la donna che ama, ha iniziato una relazione con un altro uomo e stanno per sposarsi.

Per una ricerca universitaria, Peter, grazie all’aiuto del suo amico Harry divenuto capo della Oscorp dopo la dipartita di suo padre, ottiene l’incontro con lo scienziato ed esperto di fusione Otto Octavius (Alfred Molina), finanziato dallo Oscorp per un esperimento. 

Octavius organizza una dimostrazione pubblica, dove assistono anche Peter e Harry, sull’esperimento sulla fusione. In pratica, lo scienziato  adopera un esoscheletro dotato di quattro tentacoli meccanici collegati tramite un complesso sistema neurale alla sua mente, in modo da agire direttamente sul nucleo energetico della fusione. Purtroppo, qualcosa va storto e il macchinario va fuori controllo. Octavius rifiuta di interrompere l’esperimento, ma questo errore causerà un terribile incidente nel quale sua moglie perderà la vita ed egli rimarrà prigioniero dei quattro tentacoli che resteranno saldati alla sua schiena.

Successivamente, lo scienziato viene portato in un ambulatorio per rimuovere i tentacoli dal suo corpo, ma dal momento che l’incidente ha danneggiato il sistema di controllo della loro intelligenza artificiale, i tentacoli si attivano e uccidono tutta l’équipe medica. Octavius si risveglia, fugge dall’ospedale e si rifugia in un porto abbandonato. I tentacoli hanno preso il controllo della mente di Octavius e quest’ultimo, spinto dalla sua arroganza e dal suo amore per la scienza, amplificate dal controllo mentale, decide di ripetere l’esperimento ed è disposto a tutto per farlo, anche a costo di spegnere moltissime vite. 

Una nuova minaccia incombe sulla città: il temibile Dottor Octopus (o Doc Ock) e solo Spider-Man può fermarlo. Il giovane supereroe cercherà in tutti i modi di fermare il nuovo nemico e trovare l’equilibrio tra Peter Parker e Spider-Man

Un sequel nettamente superiore al primo film e capace di emozionare ancora oggi, dopo 20 anni

Di solito, si dice che i sequel risultano forzati ed inferiori al film originale. Ebbene, questa regola è stata infranta in diverse occasioni e Spider-Man 2 è la prova che un seguito può risultare superiore al primo film. 

Di solito, i sequel funzionano solo se ci sono delle buone idee alla base o se sono stati pianificati fin dall’inizio. Invece, quando non rientrano in nessuno dei due casi, il risultato viene un disastro. “Spider-Man 2” è quel sequel che rientra perfettamente in entrambi i casi e ha addirittura osato di più e oltrepassato i limiti del primo film, sia dal punto di vista tecnico che narrativo. 

Spider-Man 2, come il primo film, ha tutti gli elementi per arrivare ad ogni tipo di pubblico ed è un insieme di generi tra cui l’azione, la drammaticità, il romanticismo (qui ancora più marcato), la psicologia, il grottesco e l’horror, di cui Raimi ha una certa maestria (la scena dell’uccisione dei medici da parte del Dottor Octopus è realizzata in chiave horror e solo uno come Sam Raimi poteva renderla in quel modo)

A proposito di Sam Raimi, è inutile soffermarsi molto sulla regia perché è un qualcosa di spettacolare. La nuova avventura dell’amichevole Spider-Man Di Quartiere vola ancora più in alto e ancora più dinamica. Le scene di oscillazione sono superiori e messe a fuoco con buone inquadrature, lasciando un puro spettacolo cinematografico e anche quelle d’azione, sono più coinvolgenti ed emozionanti (ad esempio, la battaglia sul treno e Spider-Man che lo ferma, per evitare un disastro). Anche qui, ci sono scene iconiche e tutto resta impresso nella mente, compresa la colonna sonora composta da Danny Elfman. 

Anche qui, Sam Raimi decide di discostarsi dalla controparte fumettistica, rendendola comunque omaggio in alcuni momenti, e rende la sua impronta autoriale ancora più marcata e concentrata sulle battaglie più interne che esterne dei protagonisti, compresa quella di Peter.

Più che un sequel di Spider-Man, è una nuova storia più incentrata su Peter Parker

L’impronta autoriale di Raimi mostra chi c’è dietro la maschera dell’Uomo Ragno, ossia un ragazzo con tutte le difficoltà che può avere ogni essere umano. Se il primo film era un viaggio alla scoperta di sé stessi, questo si concentra ancora di più sull’umanità del protagonista ed affronta la crisi esistenziale e la continua ricerca dell’equilibrio interiore. 

Qui, Peter fa fatica a trovare il bilanciamento tra la vita del giovane studente universitario e quella di un supereroe. Lui non può rinunciare a nessuna delle due, ma non sa come gestirle entrambe ed è per questo che perde fiducia in sé stesso ed affronta una crisi esistenziale (quando i suoi poteri cominciano a non funzionare più, è una chiara metafora di questa mancanza di equilibrio)

Inizialmente, pensa che abbandonare il costume sia la soluzione e la risposta che stava cercando, dato che lo ha portato sempre più lontano da una vita normale. Ma non è così, la fase senza una maschera era una fase di cui aveva bisogno per capire chi è veramente (una metafora alla depressione e alla crisi “necessaria” per crescere) e questo lo porta a capire che può essere sia Peter Parker che Spider-Man e soprattutto che non è la maschera che lo rende un eroe, ma lui stesso 

 

L’amore vince su tutto

Un altro elemento che rende Spider-Man 2 un bel film è la presenza romantica all’interno di esso. E’ puramente una storia d’amore tra due ragazzi, oltre che un film d’azione e che parla di crescita. Peter e Mary Jane (interpretati qui meglio dagli attori Maguire e Dunst) si amano, ma sono capitati in un momento sbagliato e devono capire chi sono, prima di poter stare assieme. Se Peter deve trovare quell’equilibrio, MJ deve capire sé stessa e rendersi conto che l’unica persona che la fa stare bene e la capisce davvero è Peter. Quella relazione che intraprende è solo un errore, ma un errore necessario per capire che non è quello che stava cercando. Diametralmente e attraverso esperienze diverse, Peter e Mary Jane capiscono chi sono e che devono stare assieme, nel bene e nel male.

 

Il nuovo nemico

Un appunto va fatto anche al nuovo villain: il Dottor Octopus (interpretato magistralmente da Alfred Molina). Raimi, oltre per il fatto che sono nemici iconici, non ha scelto casualmente i più acerrimi e li ha saputi contestualizzare per i film.

Anche qui, il nemico di turno si presenta contestualizzato ed utile alla fase che affronta Peter, nel film. Norman Osborn/Goblin (uno dei ruoli migliori di Willem Dafoe), l’antagonista principale del precedente film, rappresentava la nemesi per eccellenza di Spider-Man (un pò come è Joker per Batman) ed era totalmente il suo opposto. Ma siccome l’intento del regista è stato anche esplorare tematiche profonde, nel primo film aveva scelto Goblin per un motivo ben preciso: il rapporto padre-figlio.

Peter era nella fase che segnava il passaggio da adolescente ad adulto e stava pure elaborando il lutto per la dipartita di suo zio Ben e cercava una figura paterna per colmare il vuoto. Norman Osborn, nella sua doppia identità, rappresentava una figura paterna per Peter che una minaccia per sé stesso e la città. Questo ha portato Peter non solo a lottare contro il nemico, ma anche un conflitto interno che aggiunge un livello di complessità emotiva alla storia che va oltre la semplice lotta tra bene e male. Ma alla fine, Peter impara a camminare con le sue gambe e ad onorare la figura di Zio Ben, riconoscendolo come un padre e rifiutando Goblin, capendo che non vuole essere come lui.

Doc Ock, invece, non è un nemico totalmente cattivo. Vuole solo compiere l’esperimento ed è talmente ossessionato, che non gli importa di uccidere innocenti. Tra Peter e Octavius si instaura un rapporto allievo-maestro ed entrambi sono uniti dalla determinazione e dall’amore per la scienza. La differenza è che Peter si pone dei limiti e affronta una fase confusionaria, mentre allo stesso tempo Octavius si fa accieccare dall’arroganza e dall’ossessione. Quando Peter troverà un’equilibrio, sarà lui a far tornare in sé il dottore, dandogli l’input per una redenzione e ricordandogli ciò che gli aveva detto, al loro primo incontro. La battaglia contro lo scienziato sarà utile per la crescita dell’eroe.

Insomma, Spider-Man 2 ha tutti gli elementi per emozionare il pubblico e da cui si può ricavarne anche dei bei messaggi e, nonostante siano passati 20 anni, rimane ancora oggi un blockbuster d’autore che può fare scuola di cinema e soprattutto nel cuore del pubblico. 

Se non lo avete visto al cinema, vista la recente riproposizione nelle sale, recuperatelo in qualche piattaforma streaming

Voto: 9.5/10

Giorgio Maria Aloi

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