Le recensioni di Giorgio Maria Aloi

La recensione di Giorgio Maria Aloi: La Sposa Cadavere di Burton. “Voto: 9/10”

Recensione Giorgio Maria Aloi
Giorgio Maria Aloi

“La Sposa Cadavere” (“The Corpse Bride”) è un film d’animazione del 2005 realizzato con la tecnica d’animazione Stop-Motion diretto da Tim Burton. Nel doppiaggio, ci sono Johnny Depp e Helena Bonham Carter.

XIX Secolo. Victor Van Dort (Johnny Depp) sta per sposarsi con Victoria Everglot. Durante le prove, Victor fa una figuraccia e scappa via dalla vergogna. Nel bosco, infila l’anello ad un ramo e ripete perfettamente i voti nuziali. All’improvviso, il ramo si muove e si risveglia Emily La Sposa Cadavere (Helena Bonham Carter) e contro la sua volontà, il giovane Victor si ritrova sposato con lei. Cosa farà Victor?

Se avete amato “Nightmare Before Christmas”, potete amare anche quest’altra fiaba realizzata sempre da quel genio di Tim Burton e con la stessa tecnica d’animazione adottata per la storia di Jack Skeletron. Questo è il secondo film di Tim Burton realizzato con la tecnica Stop-Motion per l’animazione ed è stata una buona mossa anche qui, anche se in questo caso è risultata un po’ meno fluida rispetto a “Nightmare Before Christmas”.

Qui la fotografia è camaleontica e si adatta ai colori in base al mondo raffigurato e questa cosa è piuttosto buffa: la qualità è tetra ed oscura nel “Mondo Dei Vivi”, mentre in quello Dei Morti diventa più colorata. Dovrebbe essere il contrario, giusto? Burton non ha invertito i colori per puro caso, ma per uno scopo ben preciso.

Il ribaltamento dei colori è avvenuto per una rappresentazione ben precisa e costruita dallo stesso regista. Ha voluto mostrare il mondo dei vivi in modo cupo come una rappresentazione di alcuni uomini che popolano la terra e con i loro peccati, come l’avidità, l’egoismo, la malvagità, ecc. Invece, il mondo dei morti è più colorato perché viene rappresentato come un mondo giocoso, di liberazione e dove tutti si riuniscono in quel bar e vengono tutti ben accettati, al di là della loro storia passata.

Il film è anche una storia personale di Burton ed anche qui viene rappresentata la diversità ed il non sentirsi adeguati in alcune circostanze. Victor Van Dort, il protagonista del film, è la faccia di tutto questo: nel mondo dei vivi si sente fuori posto, mentre in quello dei morti è ben accetto. Lui ed Emily, la Sposa Cadavere, rappresentano il cardine tra i due mondi e li visitano entrambi, portandoli poi a combinarli l’uno con l’altro.

“La Sposa Cadavere” è anche una storia di denuncia per il periodo storico rappresentato (il XIX secolo), dove c’era una cultura diversa dei matrimoni e dove l’imposizione e l’interesse personale delle famiglie degli sposi erano predominanti. Ma si ispira anche ad un’antica leggenda ebraica-russa, ovvero il racconto “Il Dito” del rabbino Isaac ben Solomon Luria di Safed:

“La leggenda narra che una donna viene uccisa nel giorno del suo matrimonio e viene sepolta col suo vestito da sposa. Successivamente, un uomo in procinto di sposarsi vede il suo anulare che fuoriesce dalla terra e pensa che sia un ramo contorto. Come per scherzo, mette la fede destinata alla moglie sul dito dello scheletro e comincia a danzarci intorno, cantando e recitando i sacramenti matrimoniali. Il corpo della donna emerge dalla terra (con l’anello dell’uomo al dito) e si presenta a lui come sua moglie. Sarà la sposa viva dell’uomo a supplicare la defunta di lasciarla sposare suo marito come dovuto, promettendole di crescere i loro futuri bambini anche in suo onore. Allora la defunta, commossa, le restituisce l’anello e accetta il patto, per poi tornare nel Regno dei Morti. I due fidanzati possono finalmente sposarsi.

L’adattamento folcloristico del racconto cinquecentesco nacque nel pogrom antisemita russo del XIX secolo, nel quale si diceva che le giovani donne in procinto di sposarsi venivano strappate dalle loro carrozze e uccise. Il racconto solitamente termina con i rabbini che decidono di annullare il matrimonio col cadavere, mentre la moglie vivente giura di vivere il matrimonio in memoria del cadavere, come da antica tradizione ebraica (secondo cui si deve sia onorare i morti durante la vita, sia la buona volontà dei vivi)”

Fonte: Wikipedia

Durante la visione del film, si possono cogliere i riferimenti a tale leggenda.

“La Sposa Cadavere” è una fiaba tetra, ma anche spassosa e sa anche essere emozionante ed agrodolce. Oltre a mettere in risalto la cultura dei matrimoni combinati di quei tempi, c’è spazio per l’amore. Ed è grazie ad esso che si cerca di ribellarsi a questa imposizione sociale e di seguire il proprio cuore. Non si devono fare le cose per convenienza o perché non si ha altra scelta. Forse con questa “denuncia”, si riscontra un po’ di attualità e di mettere in pratica questo, anche se apparentemente le cose non sono come quei tempi. In realtà, c’è un paradosso: nonostante ci sia più libertà di scelta, non tutti scelgono con il cuore e quindi un po’ di attualità si riscontra.

L’amore vero dovrebbe essere così, senza imporlo a tutti i costi all’altro/a. In questo lungometraggio dalla breve durata vengono messe in evidenza tutte le possibili situazioni amorose (interessi personali, partner sbagliati, situazioni imposte e l’amore vero e genuino) e sono rappresentate dai vari protagonisti:

– Victor Van Dort: il ragazzo inadeguato e timido che vorrebbe essere accettato da una persona e non sposarsi per far felici i suoi genitori;
– Victoria: la ragazza che ha il sogno del matrimonio ma vorrebbe viverlo con la persona giusta;
– Emily: la ragazza che è stata tradita e si ritrova col cuore spezzato, per aver creduto alle parole di un uomo sbagliato ed ora senza che se ne rende conto, si ritrova in mezzo e deve lottare tra l’amore per sé stessa e quello che prova per Victor;
– Lord Barkis Bittern: l’uomo sbagliato che ogni donna non dovrebbe avere ed incapace di provare sentimenti verso il prossimo. Un uomo che agisce solo per interesse ed avidità.

“La Sposa Cadavere” è una bella storia che merita di essere vista ed in tutto questo, tra una scena e l’altra, ci si ritroveranno dei bellissimi stacchetti musicali composti dall’amico di Tim Burton, Danny Elfman. Le colonne sonore sono accompagnate da coreografie pazzesche ed anche qui, lo Stop-Motion dà il suo tocco.

Si consiglia la visione sia in italiano che in lingua originale, in modo da poter notare il buon doppiaggio da parte di Johnny Depp e di Helena Bonham Carter.

È su Netflix

Voto: 9/10

Potrebbero interessarti

Le recensioni di Giorgio Maria Aloi

Recensione “Assassinio a Venezia” di Giorgio Maria Aloi

Recensione di Giorgio Maria Aloi “Assassinio A Venezia” è un film del 2023 diretto da Kenneth Branagh e l’adattamento cinematografico
Una scena del film The Batman (2022)
Le recensioni di Giorgio Maria Aloi

The Batman (2022): La recensione di Giorgio Maria Aloi

“The Batman” è un film del 2022 diretto da Matt Reeves (regista di “Cloverfield” e della trilogia prequel del Pianeta