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Intervista a Francesco Fiumarella (Premio Crocitti): gli artisti nell’ombra dovrebbero farsi sentire e agire per andare contro il sistema

Intervista con Francesco Fiumarella ideatore e direttore del Premio Vincenzo Crocitti International

Francesco Fiumarella ideatore e direttore del Premio Vincenzo Crocitti International

Francesco, il tuo ruolo come Direttore Artistico e Generale del “Premio Vincenzo Crocitti International” ti ha portato ad essere riconosciuto come il paladino della meritocrazia artistica. Da dove nasce questa tua missione di valorizzare gli artisti spesso rimasti in ombra?

Grazie per questa domanda. La mia missione nasce dall’osservazione di una realtà che vivo da anni: troppi artisti di talento non riescono ad emergere a causa di un sistema che premia le raccomandazioni, le lobbies e le cerchie di nicchia. Questo non è solo un problema italiano, ma globale. Il “Premio Vincenzo Crocitti International” è nato proprio con l’intento di dare visibilità e opportunità a quegli artisti che meritano, ma che spesso non trovano spazio nelle dinamiche convenzionali. È una questione di giustizia artistica e culturale.

Parli spesso della necessità di una “rivoluzione culturale artistica”. Cosa intendi esattamente e come pensi possa essere attuata?

Quando parlo di rivoluzione culturale artistica, mi riferisco a un cambiamento profondo nel modo in cui vengono selezionati e promossi gli artisti. Non possiamo più accettare che le opportunità siano riservate solo a pochi eletti che fanno parte di un sistema chiuso. Gli artisti devono avere il coraggio di scendere in piazza, di far sentire la propria voce, di unirsi e collaborare al di fuori delle dinamiche imposte. Ci sono tanti modi per creare arte e promuoverla, specialmente oggi con le piattaforme digitali e le produzioni indipendenti. Bisogna uscire da questa logica perversa del “conoscere qualcuno” per avere una possibilità. È necessario che gli artisti stessi diventino promotori di questo cambiamento.

Tu sostieni che gli artisti dovrebbero unirsi e lavorare parallelamente, proponendo collaborazioni indipendenti. Puoi spiegarci meglio questo concetto?

Assolutamente. L’unione fa la forza, e questo è particolarmente vero nel mondo dell’arte. Se gli artisti, invece di competere tra di loro per entrare nelle grazie di pochi, si unissero e lavorassero insieme per creare progetti indipendenti, avremmo un panorama artistico molto più variegato e meritocratico. Oggi, grazie alla tecnologia, è possibile produrre e distribuire arte in modo autonomo, senza dover dipendere da grandi case di produzione o da potenti agenti. Collaborando, gli artisti possono creare una rete indipendente, capace di mettere in discussione il sistema dominante e offrire opportunità a chi veramente lo merita.

Parli anche di denuncia del meccanismo. Gli artisti, secondo te, devono avere il coraggio di esporsi. Come si può affrontare questa sfida, considerando che esporsi potrebbe mettere a rischio le proprie carriere?

È una sfida sicuramente complessa, ma necessaria. Gli artisti non devono avere paura di denunciare un sistema che da anni funziona in maniera sbagliata. Se continuiamo a tacere, saranno sempre gli stessi pochi eletti ad avere opportunità, e il talento autentico continuerà a rimanere nell’ombra. Esporsi può essere rischioso, è vero, ma la storia ci insegna che le grandi rivoluzioni, anche nel mondo dell’arte, sono nate dal coraggio di pochi che hanno avuto la forza di rompere gli schemi. Penso che oggi, più che mai, sia il momento giusto per parlare, per fare sentire la propria voce e per cercare di cambiare le cose.

Quale consiglio daresti agli artisti che si trovano davanti a porte chiuse, bloccati da un sistema che sembra premiare sempre gli stessi?

Il mio consiglio è di non scoraggiarsi. Le porte chiuse non devono essere viste come la fine, ma come uno stimolo per trovare vie alternative. Bisogna credere nel proprio talento e, come ho detto, unirsi ad altri artisti che condividono lo stesso spirito. Ci sono molte strade da percorrere, e una di queste è sicuramente il fare rete, collaborare con chi condivide gli stessi valori e obiettivi. Bisogna insistere, denunciare le ingiustizie quando le si incontrano, ma soprattutto continuare a creare arte. Non sarà facile, ma il cambiamento arriva solo se siamo disposti a lottare per esso.

Grazie Francesco per le tue parole e per il lavoro che stai facendo con il “Premio Vincenzo Crocitti International”. È evidente che il tuo impegno sta lasciando un segno importante nel mondo dell’arte.

Grazie a te. Continuerò a lottare per una meritocrazia artistica più giusta e accessibile a tutti. Gli artisti lo meritano, e il mondo ha bisogno di vedere e ascoltare chi ha qualcosa di autentico da offrire.

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