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Il regista Alberto Ferrari: “In Italia sembra di dover sempre ricominciare da zero”

LE INTERVISTE D’AUTORE DELLA GIORNALISTA CARMEN MINUTOLI 

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Alberto Ferrari ha una lunga carriera come regista in campo cinematografico e dalle risposte, in questa intervista, si evince la sua grande competenza professionale mista a riservatezza e umiltà. Il suo film più  importante? Scopritelo dalle sue stesse parole. Buona lettura. CM

ALBERTO FERRARI: un aggettivo che la definisce?

Tenacia.
Non desistere mai dai propri sogni e cercare di inseguirli sempre.

Esordisce  al Piccolo Teatro di Milano mentre studia al D.A.M.S di Bologna; ma quando nasce la passione  artistica?

Da sempre, credo. Dall’influenza di mia madre che mi raccontava i libri che leggeva e gli spettacoli teatrali ai quali assisteva e a mio padre che mi regalò un proiettore per vedere i film quando avevo cinque anni.

Oggi come procede il  suo vissuto artistico/lavorativo?

Lavorando e scrivendo ogni giorno per cercare di portare a termine i miei progetti per il cinema, per il teatro per la televisione.

Spesso la carriera artistica  è  contrastata da diverse difficoltà, luoghi comuni, porte difficili da sfondare…
È stato così  anche per lei?

E’ sempre difficile e lo è ancora. Nonostante il percorso fatto, ogni volta si ha in Italia la sensazione di dover ricominciare comunque da zero.

Ha qualche “rivelazione” importante che ha voglia di svelare in questa intervista? Qualche “Anticipazione”  artistica  a cui sta lavorando? 

Tanti progetti, alcuni molto importanti, ma nessuno per il momento in dirittura d’arrivo, mi auguro in una qualche accelerazione molto presto.

Quali sono i Sogni  che  sente di aver già  realizzato e quelli ancora nel cassetto?

Alcuni li ho realizzati, altri sono sogni e non si possono rivelare, ma il sogno più importante realizzato è quello di avere avuto due figlie meravigliose e questo credo sia il più bel film che io abbia fatto.

Complimenti.
Se tornasse  indietro, artisticamente, cosa non rifarebbe e cosa invece farebbe senza esitare?

Bisogna fare i conti con il proprio passato e accettarlo, anche gli errori commessi.

Quali valori sono importanti per Alberto? Quali prova a trasmettere?

L’onestà, il rispetto per gli altri, l’applicazione e lo studio continuo, non accontentarsi della superficialità e la capacità di sognare per rendere la nostra quotidianità un po’ meglio di come appaia e per migliorarsi sempre.

Le origini, la fede, l’amore, la famiglia, il prossimo; una definizione per ognuno?

Origini sane, sincere. La fede, un dono per chi ce l’ha e a volte un desiderio per chi non la possiede e ne ha bisogno. L’amore necessario per evolversi e comunicare con gli altri, necessario come il cibo, l’acqua. La famiglia un luogo per sentirsi sereni, qualsiasi forma abbia. Il prossimo siamo noi stessi che ci piaccia o no, quindi dobbiamo tentare di parlarci e capirci.

Vuole raccontare qualche aneddoto per esempio sui primi incontri con produttori, colleghi, personaggi vari incontrati in ambito lavorativo avvenuti in passato o anche recentemente?

Ogni incontro è una tappa per cercare di comprendere meglio il nostro lavoro e il lavoro degli altri, attori e tecnici, quest’ultimi poi  sono la fonte inesauribile di passione e maestria, che rende il nostro lavoro unico nel mondo.

 Ha diretto e sceneggiato film per il Cinema, fiction Tv, spot, e opere teatrali; cosa le ha dato e le da più  soddisfazioni?

Ogni cosa è diversa e ognuna possiede quel particolare elemento che fa vibrare la nostra anima. Forse il teatro ha, rispetto a tutti gli altri generi, la peculiarità, di non mentire mai, nonostante il teatro sia finzione ma non sopporta chi cerca scorciatoie, o mente sul suo talento e cerca solo la fama. Sul palcoscenico, dove si deve ingannare per convincere il pubblico che si è altro da sé, non lo si può fare se non si è sinceri. Un paradosso meraviglioso.

Ha collaborato con il maestro  Luigi Lunari; un ricordo particolare?

Un maestro in tutto. Mi ha insegnato la scrittura drammaturgica e la scrittura cinematografica e soprattutto la leggerezza. Lui è stato veramente uno degli incontri più importanti per la mia vita professionale.

RAI, Mediaset, Discovery Channel, La7 NoveTV… alcune fra le tante importanti  collaborazioni; cinema e teatro: quali fra queste le ha dato (le da) più  libertà di azione e di esprimersi per come desidera?

Il cinema ti lascia più libertà creativa, ma il teatro  è l’unico luogo, insieme alla letteratura pura, che ti permette di credere di poter fare quello che vuoi, anche cambiare il mondo.

Il più  recente film da lei diretto è The Christmas Show, del 2022;  ha soddisfatto  le sue  aspettative? 

E’ un film sul natale, una favola alla Frank Capra, con tutta l’umiltà nel riferimento al maestro assoluto, ed è rivolto a tutti i bambini e non. E’ un film da vedere nei giorni di Natale che fa star bene il cuore.

Il cinema italiano, la TV, il teatro, gli Eventi, la Radio, il web, quali differenze nota nel sistema tra le produzioni italiane ed estere?

Le offerte straniere tendono a storie più universali e meno regionali. Noi abbiamo talvolta una narrazione rivolta principalmente a spettatori italiani con troppi riferimenti al nostro vissuto quotidiano.

Un attore e un’attrice di Hollywood  che vorrebbe in un suo prossimo  film?

Emma Stone e John Malkovich

Talento e Merito: quanto servono per affermarsi seriamente  in questo ambito?

Il talento serve, ma soprattutto lo studio continuo che porta a sostenere e migliorare il talento e il rispetto per gli altri. Cercare di “fare” senza danneggiare gli altri. Il merito purtroppo non siamo noi a riconoscercelo, ma sono gli altri. Noi dobbiamo comportarci in modo tale che il nostro merito venga riconosciuto, quindi serve onestà, severità e disinteresse e amore solo per il nostro lavoro.

A suo avviso: Artisti si nasce?

Ognuno di noi ha un talento, dobbiamo cercare di farlo crescere e migliorare. Io non avevo le doti per diventare calciatore, cantante lirico o sarto, vasaio, pittore o banchiere. Non dobbiamo confondere l’essere artisti da essere famosi. Non dobbiamo aspirare alla fama, ma ad esprimere quello che abbiamo dentro in qualsiasi modo. Dobbiamo condividere il nostro talento, qualsiasi esso sia, con gli altri e comunicare quello che siamo.

Il lavoro degli Artisti, oggi, quanto è  importante  per la Società civile, specie post pandemia che ha “stravolto le certezze” di molti e il vivere quotidiano?

Siamo importanti come tutti, ma l’abitudine tende a dimenticare quanto sia importante la leggerezza che possiamo tramettere agli altri con il nostro lavoro.

La sua opinione di regista sull’avvento della tecnologia? In generale e nella  quotidianità?

La tecnologia è come sempre un aiuto al progredire della nostra intelligenza e di conseguenza della nostra capacità di comunicare. Non dobbiamo sentirci minacciati, ma dobbiamo solo vigilare che non sia un modo per demandare pezzi d’identità.

Per entrare in dettaglio, oggi va di moda il tema sulla Intelligenza Artificiale applicata ovunque, quindi anche il mondo artistico sembra non sarà risparmiato; che ne pensa?

Quello che ho appena detto, bisogna solo “usare” la tecnologia per migliorare e velocizzare quello che abbiamo già dentro di noi. Come è stata l’invenzione della stampa a caratteri mobili e il treno a vapore. Abbiamo scritto libri che hanno potuto leggere in moltissimi e ci siamo spostati per il mondo più velocemente.

Sugli scioperi di questi anni e le “rivolte” di tanti artisti sia in Italia  sia all’estero?

Protestare è giusto se ci si sente privati di qualche diritto.

Se non avesse fatto questo stupendo ma difficile mestiere quale alternativa?

Non lo so, forse il musicista a tempo pieno.

Gli avvenimenti  socio-politici nazionali ed internazionali degli ultimi  tempi stanno minando molte certezze a più  livelli. Secondo lei  l’Italia e  l’Europa quanto rischiano? 

Tutti rischiamo. Quando il dialogo diventa difficile è sempre pericoloso, esistono momenti in cui tutti sembrano correre in una direzione folle. Dobbiamo saperci fermare e riflettere, ma non possiamo non vedere comportamenti folli che in passato abbiamo ignorato e che hanno portato a crimini contro l’umanità orribili. Tutto ha sempre un inizio. Dobbiamo cercare di capire i segni e porvi rimedio in tempo. Non possiamo più voltarci dall’altra parte.

Il mondo artistico cosa può  fare per “convincere” i potenti del mondo a rinunciare alle guerre e promuovere la pace? Condivide l’iniziativa  dello street artist italiano Jorit? 

Tutti noi abbimo un grosso potere, possiamo votare chi crediamo ci rappresenti di più e protestare quando questo non avviene. Le iniziative isolate rischiano di rimanere tali. Non si può improvvisare su cose così importanti.

Se dovesse scrivere una sceneggiatura  su ciò  che sta  accadendo quale sarebbe il fulcro del messaggio che vorrebbe arrivasse alla gente?

Il compito nostro è di spingerci avanti nel tempo, non solo nel presente e non sono molto favorevole ai messaggi. Ognuno deve vedere quello che vuole in una storia.

La classica domanda: Come si vede Alberto Ferrari  nel “futuro” ?

A scrivere storie che spero prima o poi diventino un film, o anche un libro

Lei è  un “Vince Award” ovvero ha ricevuto  nel 2015 presso il Palazzo di Vetro del Coni il prestigioso Premio Vincenzo Crocitti International. Vuole dire qualcosa in merito?

E’ un onore essere stati scelti come testimonianza a memoria di un attore bravissimo, Vincenzo Crocitti, e esempio di grande spessore umano e professionale. Penso sia una grande opportunità che stimoli tutti a migliorarsi e a non cercare scorciatoie mai.

Alberto, qual’è  la domanda  che nessuno le ha ha mai fatto e che avrebbe voluto  le fosse rivolta?

Non lo so. Aspetto che me la facciano… è poi risponderò…

Alberto Ferrari: a chi pensa di voler dire un semplice GRAZIE?

A mio padre e a mia madre.

Grazie per l’intervista. Ad Maiora Semper 

Copyright: Riutilizzo consentito citando autrice_CM  e Fonte_Cinepress

Le foto sono state fornite  dal regista AF a corredo  della presente  intervista.

 

 

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