Cinema Le recensioni di Giorgio Maria Aloi

Il Ragazzo e l’Airone è al cinema: la recensione di Giorgio Maria Aloi

Recensione Giorgio Maria Aloi
Giorgio Maria Aloi

“Il Ragazzo e l’Airone” è un film d’animazione del 2023 scritto e diretto da Hayao Miyazaki e prodotto dallo Studio Ghibli.

Mahito Maki è un ragazzino di 12 anni che ha subito un grandissimo trauma: sua madre è morta durante la Seconda Guerra Mondiale e lui fa fatica ad accettare questo e i continui cambiamenti che sta avendo la sua vita. Un giorno, incontra un Airone Parlante e con egli, intraprende un viaggio all’interno di un mondo fantastico popolato da strane creature e che sarà molto utile per la sua crescita.

Quando si dice che tra i film d’animazione non ci siano delle perle, evidentemente non vede film come “Il Ragazzo E L’Airone”. Non è vero che i film d’animazione non possono dare soddisfazioni e che sono realizzati solo per un pubblico giovane. Ultimamente, l’animazione sta anche dando soddisfazioni (basta guardare “Spider-Man Across The Spider-Verse”, “Il Gatto Con Gli Stivali 2 – L’Ultimo Desiderio”, “Pinocchio Di Guillermo Del Toro”, “Super Mario Bros. – Il Film” e persino, per chi non lo ha sottovalutato, “Elemental”). Molti, sia in modo leggero che in quello maturo, cercano di arrivare ad una vasta scelta di pubblico, sia piccolo che adulto. Anzi, ci sono diversi film d’animazione che lasciano dei bei messaggi che possono essere colti anche da adulti e paradossalmente, nonostante siano rivolti ad un pubblico giovane, possono essere più utili a loro, in diverse circostanze. Rivedere o vedere alcuni film d’animazione in età adulta, aiuta a cogliere dei bei messaggi e “Il Ragazzo E L’Airone” è l’esempio lampante.

Miyazaki ha sempre raccontato storie rappresentate con questa tecnica d’animazione suggestiva e rivolte particolarmente ad un pubblico piuttosto vasto. Nel corso degli anni, ha realizzato dei film che hanno l’osmosi tra il fantasy e il simbolico e stavolta, con “Il Ragazzo E L’Airone”, ha toccato l’apice. Il suo nuovo film (forse l’ultimo) rappresenta la sua totale maturità professionale e si percepisce che ci ha messo più cuore e più impegno qui, rispetto ad altri film.

Trae ispirazione dal romanzo “E Voi Come Vivere?” che è stato fondamentale per la sua crescita e ha voluto realizzare un film, con un tocco che passa dalla crudezza alla delicatezza, che parla di formazione, crescita ed elaborazione del lutto. Durante la visione, si percepisce la sensibilità e il tocco personale del regista e ha provato anche ad entrare in empatia col pubblico. Considerando la narrazione, ognuno può rispecchiarsi nel protagonista. Quanti hanno subito un trauma? Quanti hanno dovuto fare i conti con sé stessi o la crescita immediata e necessaria, utile per capire meglio la vita e noi stessi? Tutti. Mahito è presente in ognuno di noi, anche se il trauma che porta alla fase successiva dell’evoluzione può essere dovuto ad altro, ma il senso è sempre quello: trauma, elaborazione e crescita sono le chiavi che portano ad un equilibrio interiore. Un viaggio che può durare anche una vita e a proposito di viaggio, anche questa parola è fondamentale per la storia di Miyazaki.

Il viaggio di Mahito non è proprio originale e ricorda molto La Divina Commedia se la si guarda con un certo occhio, ma essendo un film d’animazione è più colorato e simbolico. Ma resta pur sempre un viaggio metaforico ed è utile a far capire a Mahito che la vita fa passare dei brutti momenti, ma mostra anche delle cose belle in arrivo e si può trovare un equilibrio tra le due cose. Si è citata La Divina Commedia prima, perché Dante fa un viaggio attraverso l’Inferno, il Purgatorio e Il Paradiso e il senso è proprio questo: per raggiungere la totale consapevolezza e l’equilibrio interiore, bisogna passare attraverso le cose brutte. Mahito aveva “bisogno” di tutto questo per crescere. La perdita che aveva subito è stata dura da accettare, ma attraverso il viaggio fantastico che intraprende e alla meta che raggiunge, capisce finalmente cosa deve fare e cosa la vita ha in serbo per lui.

Ma non si può parlare del film e del viaggio del protagonista, senza fare un riferimento all’altra figura importante: l’Airone. L’Airone è una guida spirituale, che ricorda un po’ Virgilio ma ha una caratterizzazione differente, che inizialmente appare come un nemico e rappresenta la parte irrazionale di Mahito, ma poi nel corso del viaggio i due legano. Il loro legame è fondamentale ed è la rappresentazione della combinazione tra il razionale e l’irrazionale, un’osmosi che dovrebbe essere presente in ogni essere umano.

Si è parlato tanto del significato nascosto del film, ma non si può escludere la parte tecnica. Oltre a percepire questo bel messaggio, durante la visione si rimane anche meravigliati dall’estetica del film, con dei colori vivacissimi e la meraviglia che si riscontra in certe scene. Il film è uno spettacolo per gli occhi e fa venire la pelle d’oca anche grazie alla colonna sonora piuttosto classica e delicata.

Può sembrare un film perfetto, ma in realtà non lo è perché ha giusto un difetto non trascurabile. Se lo si deve trovare, sta nella parte centrale della narrazione, perché essa ha giusto qualche momento criptico e confusionario in qualche momento e questo può portare ad un leggero smarrimento nella storia e a non cogliere nell’immediato cosa sta succedendo in quel preciso momento. Però, non risulta questo enorme problema e ciò non lo rende un film da non vedere al cinema.

 

Da vedere assolutamente. È al cinema

Voto: 9.5/10

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