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Giordano Petri attore di grande espressività artistica e sensibilità umana. Intervista esclusiva per CinePress

CITTA’ DI CASTELLO – Giordano Petri è un giovane attore italiano con una lunga esperienza alle spalle. In questa intervista si racconta ai lettori di Cinepress

Cos’è il cinema per te?
Il cinema è secondo me una delle invenzioni più importanti della storia, in grado di rappresentare la realtà in modo diretto ed immediato. Le immagini del cinema infatti sono in grado di suscitare emozioni uniche, che non possono essere evocate da altre forme di espressione artistica. E ancora oggi per comunicare, raccontare, emozionare, sorprendere e provocare, in rete come sul più piccolo degli infiniti schermi di cui ci circondiamo, per creare mondi o registrare la realtà, è difficile trovare una lingua diversa da quella delle immagini e dei suoni dei film. Credo che rappresenti il contenitore di tutte le pulsioni umane, soprattutto quelle che spesso, per diversi motivi, restano inespresse nel mondo reale. Una porta su un mondo che segna il confine tra lo spazio del reale e quello dell’immaginario. Per me è la vita che prende forma all’interno di una realtà che, rispetto a quella reale e quotidiana, può essere plasmata, modificata, migliorata.

Ce lo puoi dire usando dei versi poetici?
Il cinema è uno specchio dipinto: è una scrittura in cui l’inchiostro è la luce. E’ una reinterpretazione del mondo in cui si sprigionano luce, vitalità, sentimento, forza e immortalità.

Delle esperienze pregresse quale ricordi con emozione?
Questa è una domanda difficile! Diciamo che ogni progetto teatrale o set diventano una famiglia e come tale ti affezioni sempre! Sono affezionato a tutti i progetti cui ho preso parte. C’è sempre qualcosa di me che lascio in loro, piccoli elementi, piccoli semi che trasmetto di mio, di intimo, di personale. Un modo di dire o un modo di sorridere, che sento particolarmente miei. Principalmente nutro un amore incondizionato per la recitazione e, a seguire, per tutte le forme di spettacolo. Il segreto, secondo me, è quello di emozionarsi sempre per poter, a mia volta, emozionare.

Ci racconti una particolare situazione in cui ti sei trovato sul set?
Ricordo due aneddoti con grande nostalgia: Ero sul set di Credo in un solo Padre del regista Luca Guardabascio e durante le riprese mi sono occupato di seguire anche gli attori più piccoli come actor coach. In particolare, l’attore che interpreta me da bambino, Alessandro Sorrentino, girava una scena cardine per il film ed io ero così preso ed immedesimato nel vivere la scena che la reazione emotiva più forte l’ho avuta io, scoppiando in lacrime tanto che il regista vedendomi mi dice: “Ma che fai? Non sei tu a dover piangere, ma è lui il bambino, che deve piangere! Abbiamo ritardato la scena di qualche minuto ma felici del risultato ottenuto.
E poi, sul set di Pinocchio di Roberto Benigni. Ricordo un giorno particolarmente piovoso, avevo appena finito di girare e tornando in albergo incontro Benigni che stava uscendo per andare sul set. Preoccupato per lui gli dissi: “Guardi, Maestro, proprio oggi non è la giornata giusta per andare sul set, non le conviene, ha piovuto e c’è molto fango”. Lui mi guardò e rispose: “Mi cambierò le scarpe”. Aveva la capacità di fare diventare straordinaria anche la cosa più insignificante.

A quali progetti stai lavorando?
In questo periodo mi sto dedicando alla scrittura di un testo teatrale. Un progetto di grande responsabilità che mi vede nella tripla veste di autore, attore e regista a doppie mani in collaborazione con la collega Valentina Martinelli, strepitosa attrice e autrice tifernate diplomata all’accademia dei Filodrammatici di Milano. Un testo che omaggia il cinema attraverso le colonne sonore che lo hanno reso indimenticabile. Un viaggio emozionale di suoni, immagini, note e parole. Il debutto sarà a Marzo in Umbria per proseguire poi, di tappa in tappa, verso le principali città italiane.

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LA SCHEDA

NOME Giordano
COGNOME Petri
ETA’ 44
HOBBY Mi appassionano le serie TV, amo leggere libri. Ho una passione per i giochi di società, organizzo vere e proprie maratone con amici, soprattutto nei weekend invernali o nelle serate d’estate. Amo fare lunghe escursioni in mountain bike e praticare ogni tipo di sport. In alcuni vado forte in altri sono piuttosto scarso ma l’importante è non arrendersi mai! Appena posso organizzo gite fuori porta, zaino in spalla pronto per andare alla scoperta di piccoli paesi e borghi che non conosco. La mia passione è fermarmi a parlare con le persone del posto, con gli anziani saggi, e chiedere loro quali sono le tradizioni locali, come trascorrono la loro vita, quali sono i piatti tipici della loro tradizione. Cerco di catturare ogni loro parola ed emozione.
ESPERIENZE PROFESSIONALI
Dopo essersi formato presso il Laboratorio Teatrale dello Stabile dell’Umbria CUT (centro teatrale universitario) si è trasferito a Roma dove si è diplomato prima alla N.U.C.T. (Nuova Università del Cinema e della Televisione) e poi alla Scuola Nazionale di Cinema lavorando con numerosi maestri come Luca Ronconi, Tony Bertorelli, Leo Gullotta e Anna Galiena, Michael Margotta, Gisella Burinato, Doris Hicks. Grazie a numerose esperienze teatrali e alla partecipazione a famose serie tv e con all’attivo un ruolo nel film Pinocchio (2002) di Roberto Benigni, ottiene una parte importante nel 2005 nel film Ma l’amore… sì, accanto ad Anna Maria Barbera e Alessandro Haber nel ruolo di Eros Gaggio. Il 2010 è l’anno di un ruolo da protagonista, quello di Isaak Bertolucci, nella pellicola Per Sofia di Ilaria Paganelli, presentata con successo fuori concorso al 66°Festival di Venezia. Una parte importante che lo porta a vincere il premio Nino Manfredi d’Oro al Cinema come miglior attore Emergente e una Menzione speciale come Migliore Attore Protagonista agli Awards 2010 Sicilian Film Festival di Miami e al Terra di Siena Film Festival. Nel 2013 ha un ruolo a fianco di Carmen Maura e Stefano Dionisi come coprotagonista nella pellicola diretta dal regista Angelo Maresca “La Madre”, nel 2015 nel film “Francesca e le altre” per la regia di Stefano Anselmi a fianco di Lina Sastri e nel film “Andrea Doria: Are the passengers saved?” per regia di Luca Guardabascio. Ancora nel 2021 “Credo in un solo padre”, in esclusiva sulla piattaforma Chili, del regista Luca Guardabascio, che lo vede protagonista nel ruolo di Gerardo Bianco al fianco di Massimo Bonetti, Anna Marcello, Flavio Bucci e Luca Lionello, nel 2022 “Altri Padri” del regista Mario Sesti in cui era il bell’agente Ricci, al fianco di Lucrezia Guidone, Paolo Briguglia e Chiara Francini.
L’abbiamo, poi, visto in molte serie TV; per la Rai “Il paradiso delle Signore” nei panni di Franco Pascucci, “In-treatment” come attore e coach al fianco di Saverio Costanzo, Medico in famiglia 9, Rosso San Valentino, Il Commissario Manara, per Canale 5 Benvenuti a tavola – da nord a sud, RIS Roma 2, Distretto di polizia 10, Carabinieri 5.
Protagonista del cortometraggio a sfondo sociale “La Giostra” del regista Simone Arrighi, scritto con Vincenzo La Gioia e sostenuto da Toscana Film Commission, nel ruolo del protagonista Michele per il quale si è aggiudicato molti premi, come “migliore attore protagonista” al CineCi’ Corti Cultural Classic 2022, “Best Actor” al Digital Media Fest Roma presso la Casa del Cinema di Roma e “Miglior Attore Protagonista” all’Asti Film Festival presso il Teatro Alfieri di Asti.
Ha ritirato il Premio alla Carriera teatrale, televisiva e cinematografica presso il Comune di Città di Castello (Perugia), sua città natale, da parte del primo cittadino e di tutta l’amministrazione comunale.
Ha fondato con il regista Luca Guardabascio il “Manifesto del Cinema Sociale 99” che veicola attraverso il linguaggio cinematografico la comprensione più profonda su tematiche quali le disuguaglianze sociali, l’identità culturale, i diritti umani e altre questioni con cui persone e popolazioni sparse per il mondo hanno a che fare.
Oltre al cinema Giordano si è sempre dedicato al Teatro. Dal 2002 in poi ricopre ruoli di sempre maggior spessore: interpreta il ruolo di coprotagonista ne La Signora dalla Camelie con Monica Guerritore per la regia di Giancarlo Sepe ed è sempre accanto a Monica Guerritore ne La Giovanna D’Arco. Ancora calca le scene del teatro greco di Siracusa, dove ricopre il ruolo di Emone nell’Antigone di Sofocle con Alessandro Haber, Maurizio Donadoni e Galatea Ranzi per la regia di Irene Papas. Altra esperienza importante è accanto a Lando Buzzanca ne La zia di Carlo. Nel 2009 ha ottenuto un ottimo successo con Crimini Coniugali per la regia di Luca Pizzurro. Ha preso parte, inoltre, al Reading di letture di poesie da Giuseppe Ungaretti a Vinicio de Moraes nell’evento “La vita, amico, è l’arte dell’incontro” e “A volte non abito qui” con Francesca Reggiani. Ancora ha interpretato il ruolo di Italo Calvino in “Carlo Levi, a sud di Eboli” di Luca Guardabascio e prodotto da Matera 2019 in occasione di Matera capitale della cultura 2019.

CITAZIONE PREFERITA
Devo liberarmi del tempo e vivere il presente giacché non esiste altro tempo
che questo meraviglioso istante. A.M.
Quando hai capito che volevi fare il mestiere dell’attore?
Nasce da un istinto ancestrale. Credo che attori si nasce per elezione o maledizione, e recitare diventa con il passare del tempo la più entusiasmante e totalizzante dipendenza. Credo di saperlo da sempre e con gli anni ne ho avuto la certezza, alimentata dai film che guardavo, dalle biografie che leggevo, fino a capire che non è una passione ma va di pari passo con la mia vita. Prendere questa via è stata una scelta, non condivisa dalla mia famiglia ma che di certo è una scelta che faccio ogni giorno con il sorriso e l’entusiasmo di vivere di ciò e per ciò che amo. Da piccolo ero affascinato dai varietà del sabato sera, che sicuramente mi hanno stimolato e hanno contribuito a fortificare la mia grande passione per lo spettacolo. Preferivo guardare film ai cartoni, e crescendo ho sempre sentito una vicinanza ad ogni attore che seguivo nei film, sentivo di essere come loro. Poi una sera, rivedendo per l’ennesima volta l’Attimo Fuggente di Peter Weir mi sono illuminato e ho capito che quella era la mia strada. Da lì tanto studio, il diploma alla Scuola Nazionale di Cinema di Roma e nel 2002 il primo ruolo cinematografico importante in Pinocchio di Benigni. Ricordo ancora l’emozione quando il casting director mi scelse, mi pareva un sogno! Sono stato molto fortunato, ho iniziato dalla porta principale!

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