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Gianluca Roncato, ecco il simpaticissimo “Giangi” dello spettacolo. Intervista esclusiva per CinePress

BOLOGNA – All’anagrafe risulta con il nome di Gianluca Roncato ma nel mondo dello spettacolo tutti lo chiamano “Giangi“. E’ un talento naturale, un artista a 360 gradi. Il simpaticissimo “Giangi” che si racconta a 360 gradi e senza filtri a CinePress.

Allora Giangi, intanto ti chiedo se è più facile, per un attore, far ridere o far piangere?
Sono difficili entrambi, ma la gente ha più voglia di ridere in questi anni difficili.

Tu cosa preferisci?
Far ridere è la cosa che mi piace di più anche se dicono che sono molto bravo nei ruoli drammatici.

Come è nata la tua vocazione artistica?
Da bambino ho preso tutte le malattie infettive ed ero sempre in casa. L’unico passatempo era guardare la tv. Parliamo degli anni 70 e la tv era ancora in bianco e nero. Io immaginavo di entrare in questa scatola magica e far parte di un programma televisivo.

Raccontaci una chicca su Mike Bongiorno.
Io devo tutto a lui che mi lanciò in tv nel 1986 a Pentatlon su canale 5. Era una persona molto pignola e severa ma di una grande umanità. Arrivava agli studi tv già truccato e vestito per il programma e per rilassarsi beveva del the freddo.

Ma si può diventare famosi facendo il rumorista?
Si può diventare famosi se si è preparati , e bisogna studiare tanto. Il rumorista può tramite anche i social farsi conoscere e diventare famoso.
Recentemente sei stato impegnato con Stefano de Martino al Bar Stella su RAI 2.

Come è stata questa esperienza?
Stefano è una persona alla mano e simpaticissima. Poi il gruppo del Bar Stella è pieno di bravi professionisti. Il programma è l’Indietro Tutta di Arbore del 2000. Poi Stefano de Martino farà tanta strada.

Hai lavorato con Pupi Avati nel suo film: Dante. Inutile girarci attorno, un capolavoro da vero maestro? Cosa ne pensi?
Pupi lo conosco da tanti anni perché è cresciuto a Bologna in via Saragozza dove vivo . È la storia del cinema italiano. Era difficile fare un film su Dante e lui ci è riuscito. Lunga vita a Pupi Avati.

Che tipo di personaggio vorresti interpretare in futuro?
Vorrei fare il prete. Un ruolo che mi si addice. Un sacerdote di campagna.

Con quale regista vorresti realizzare il tuo sogno artistico?
Carlo Verdone, non l’ho mai conosciuto ed è l’erede del grande Alberto Sordi.

La radio e la tv, tanto differenti quanto maledettamente amabili. Perchè oggi si continua a fare radio? E tu perchè ti ostini a portare la radio in tv?
La radio è la scuola per la tv, anche se la radio è diventata tv con le dirette sui social e nel digitale. La radio è più completa è ti lascia più liberi di comportarti. Io faccio tv locale e mi ispiro ai vecchi programmi tv. Anche perché la tv adesso è con i reality inguardabile.
In chiusura ti chiedo, ma un attore può mai essere “invidioso” di un altro attore o un’attrice gelosa di un’altra attrice?
Certo, ma deve essere un invidia costruttiva. Io non sono mai stato invidioso di nessuno, Trovo che certi artisti potrebbero fare un altro mestiere ma continuo nella mia strada di artista poliedrico di tv , teatro e cinema.

LA FOTOGALLERY “GIANGIVA”

 

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