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Debora Boccuni da Taranto a Roma sognando il cinema: intervista esclusiva per CinePress

ROMA – Debora Boccuni, 35 anni, attrice tarantina ma da anni residente a Roma si racconta a CinePress.

Quando hai capito che volevi fare il mestiere dell’attrice?
Ho iniziato a studiare da piccola come ballerina e modella. Ma a 15 anni ho capito che non mi bastava più. Avevo bisogno di dare di più, di esprimere di più. E così ho messo le conoscenze acquisite nella danza nella recitazione, per dare non solo corpo ma anche voce ai miei personaggi e a quello che sentivo dentro. Ho iniziato a studiare recitazione e poi è arrivata l’Accademia!

Cos’è il cinema per te?
Il cinema ti permette di entrare in un’altra vita, quella che vorresti vivere ma non puoi, quella che non riesci a sognare. Chi puó permettersi di interpretare tanti personaggi credendoci realmente?

Ce lo puoi dire usando dei versi poetici?
È un’occasione di vivere e donare emozioni. Il cinema è un bellissimo e misteriosissimo gioco, serio!
Frase poetica alternativa: nel cinema puoi vivere veramente quello che nella vita reale puoi solo immaginare.

Delle esperienze pregresse quale ricordi con emozione?
Che dire! Il primo set non si scorda mai. “L’agenzia dei bugiardi” di Volgango De Biasi. Anche se ad oggi devo tanto a tutti quanti perché i ruoli sono cresciuti sempre di più. Quello a cui sono più affezionata “Storia di una famiglia perbene” di Stefano Reali (in questi gg sono sul set per la seconda stagione).

Ci racconti una particolare situazione in cui ti sei trovata sul set?
Il set è fatto di situazioni particolari. Dalla troupe che ti tratta con i guanti d’oro e ti impedisce persino di piegarti ad allacciarti le scarpe ai tempi infiniti di lavoro che nemmeno si immaginano. Però ricordo di una volta in cui interpretavo il ruolo di una prostituta e una signora di passaggio mi aveva scambiato per una prostituta vera, un ruolo che mi è sempre stato difficile interpretare. Era divertente però osservarla di sottecchi mentre mi squadrava dalla testa piedi anche se mi sentivo in difficoltà per via del pudore che mi prendeva conciata in quel modo. E quando trovai il coraggio di avvicinarmi e dirle che era solo un film mi rispose affranta: che brutto ruolo che ti hanno dato signorina! E io invece le risposi: signora ma per fortuna che me l’hanno dato, vuol dire che al provino sono stata brava! Immaginate tutto questo in un quartiere popolare di Bari vecchia, tutto rigorosamente in slang locale.

Hai subito pressioni o molestie, prima, durante o dopo il set?
Beh si! Mi è capitato di trovarmi in situazioni scomode tante volte. A 21 mi ricordo di una situazione a Milano con un casting molto più grande di me. Cercava di spiegarmi che per fare questo mestiere tutte le più grandi erano scese ad almeno un compromesso e poi mi diede un provino dicendomi che mi aspettava a casa sua la sera dopo il provino. Scelsi di rinunciare a quel ruolo!

A quali progetti stai lavorando?
Attualmente sono sul set di “Storia di una famiglia perbene 2” per un piccolo cameo. Ma aspetto che esca su Disney+ “Avetrana: qui non è Hollywood”. E poi altri progetti in cantiere di cui non posso ancora parlare.

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