Le interviste d'autore di Carmen Minutoli Teatro Televisione

DANIELA AIROLDI: “Attrice dopo gli anta? Occorre piú considerazione e ruoli”

LE INTERVISTE D’AUTORE DELLA GIORNALISTA CARMEN MINUTOLI

***

Daniela Airoldi ha iniziato da bambina a lavorare in ambito  artistico e a distanza di tempo in lei possiamo ancora trovare la spigliatezza e voglia di fare la sua professione forse ancor più di prima. Rivela non poche difficoltà ma rimane sorridente e speranzosa. Conosciamola. CM

***

Daniela Airoldi: un aggettivo che descrive la sua professione?

Precaria! -(ride)-

Dallo “Zecchino d’Oro” e il Coro dell’Antoniano alla Scuola di Recitazione e il debutto a Teatro con la compagnia di Alberto Lionello. Ci racconta?

Io volevo fare danza classica ma i miei genitori non volevano e per questo mi fecero fare il provino per lo Zecchino d’Oro e venni presa. Essendo di Bologna rimasi poi nel Coro dell’Antoniano che era una vera scuola di canto e non solo. Ho passato 8 anni nel Coro: anni bellissimi con quell’artista meravigliosa che era Mariele Ventre, vissuti come un gioco anche se impegnativi (concerti, tv, sala di registrazione) ma io ero felice, chissà, forse ero una predestinata. Con l’Antoniano ho poi lavorato come attrice protagonista 10 anni fa nel programma “Casa Zecchino”, 30 puntate andate in onda su TV2000 e dopo qualche anno anche interpretando il personaggio di Nonna Pina in tv durante lo Zecchino D’Oro. Con Lionello è stato proprio destino; lo stesso giorno alla stessa ora avrei dovuto fare un provino con un’altra compagnia ma io decisi di fare il provino con lui e mi disse: “Sei brava, si sente che sei un’attrice” e rimise nella commedia un personaggio che, mi rivelò dopo, aveva tolto.

“Ti volevo assolutamente, non volevo perdere un’attrice come te”. E’ stato il mio maestro nel Teatro, mi ha insegnato tantissimo, soprattutto i tempi comici, aveva stima e fiducia in me, è stato un rapporto artistico e umano molto bello durato 3 stagioni, anche in un 2° spettacolo.

Cantante ma anche Cabarettista in esibizioni anche all’Estero. Impegnativo?

Sì molto, ma è stata una “gavetta” fondamentale, non potrei essere diventata l’artista che sono ora senza aver fatto tutto questo. Come cantante agli inizi ho fatto soprattutto esibizioni nelle “Feste di Piazza”, poi dal 2000 per almeno 15 anni ho interpretato il Recital “Omaggio ad Edith Piaf”, di cui ho scritto il testo recitato, interpretando le sue canzoni in francese e dal vivo accompagnata da un pianista; è uno spettacolo che ha avuto un altissimo gradimento da parte del pubblico che mi ringraziava per le emozioni che gli avevo dato, ho vinto anche 2 premi come migliore “Tributo”. Nel Cabaret sono stata una delle prime donne a farlo, posso dire di essere stata “un’apripista” e quindi è stata dura perché facevo viaggi anche lunghi ed impervi da sola e spesso di notte. Il cabaret è un campo molto “maschile e maschilista” e quando arrivavo nei locali per esibirmi venivo sempre guardata con molto sospetto e sfida, però sono riuscita a fare il mio spettacolo anche nel famoso locale “Zelig” e ho fatto cabaret per 20 anni; tanti, e con spettacoli ideati da me e scritti anche da me. Una bella soddisfazione e rivincita.

Come attrice ha lavorato anche con il grande Federico Fellini nel film ” La voce della luna”. Com’è andata? Che ricordo ha di Fellini?

Anche con Fellini è stato proprio destino: incontrai l’aiuto regista che durante la nostra conversazione ad un certo punto si bloccò di colpo, vidi i suoi occhi illuminarsi e mi disse: “Aspetta! Ma tu ricordi tantissimo la Masina da giovane! Torno subito, tu stai qui”. Quando tornò mi disse di seguirlo, mi portò in una stanza e mi disse:

Daniela ti presento il signor Fellini”. Ero basita! Rimasi a chiacchierare con lui per mezz’ora, fu molto carino, mi chiese di dirgli il mio curriculum e dietro la mia foto scrisse: “Da rivedere.” Dopo 7 mesi fui chiamata per rincontrarlo e mi disse che ero stata presa per il ruolo della giornalista Giosietta nel film “La Voce della Luna” che debuttò al Festival di Cannes. Fu un’esperienza fantastica con Paolo Villaggio, Tonino Delli Colli e Fellini che, fidandosi di me, mi fece anche improvvisare molto e infatti mi fece anche doppiare; dovevo fare 5 pose ma me ne fece fare 8, quindi aumentando il mio personaggio. Lui è stato il mio Maestro nel Cinema.

In TV ha lavorato in tantissimi programmi insieme a Fabio Fazio, Enza Sampo’, Margherita Fumero, Enrico Beruschi… Le è piaciuta quell’esperienza?

Mi sono piaciute tutte queste esperienze dalle quali ho imparato tanto: con Fazio nelle 135 puntate del programma “Jeans 2” su Rai3, ero nel cast fisso e facevo la “Soubrette Comica” e da lì è partita l’idea di fare spettacoli di cabaret utilizzando i “numeri” musicali che vi avevo fatto; con la Sampò ho fatto le mie prime Candid Camera, in questo caso coi bambini e quindi improvvisando moltissimo; con Beruschi & Fumero ho fatto tante puntate nel cast fisso della sitcom “Io e Margherita” nel ruolo della portinaia Pina, ma io con Margherita mi ero incontrata prima, facendo insieme il film “Brokers Eroi per Gioco” sempre con un ruolo importante, ci siamo conosciute bene e siamo diventate vere amiche, devo molto anche a lei.

Chi è oggi Daniela? Ovvero dagli esordi artistici cos’è cambiato nel tempo?

Ho iniziato facendo ruoli comici, poi con l’esperienza ho fatto anche ruoli drammatici, penso di essere un’artista completa, ho anche studiato tip tap, balli latino americani, insomma so ballare abbastanza bene, d’altronde la danza è stata il mio primo amore mai dimenticato e devo dire che sono “portata” avendo una grande musicalità.

Qualche altro aneddoto sui primi incontri con produttori, colleghi, personaggi vari incontrati in ambito lavorativo?

Ancora prima di iniziare a fare l’attrice ho frequentato a Milano Franca Rame e Dario Fo, ero ospite di Pia Rame, se poi ho deciso di tentare questo mestiere lo devo molto anche a loro. Poi facendo cabaret ho conosciuto molti attori comici famosi, per esempio Corrado Tedeschi è stato il mio “padrino” in un festival di cabaret al femminile.

Spesso la carriera delle donne, qualsiasi ambito, è contrastata da diverse difficoltà, luoghi comuni…È stato così anche per lei?

Sì. Ma soprattutto adesso che, diciamo, sono “over 50 anni” c’è un’enorme difficoltà soprattutto nelle grandi produzioni a trovare ruoli importanti e interessanti, gli sceneggiatori scrivono prevalentemente per gli attori, oppure per le attrici più giovani di me, sembra quasi che le donne dai 50 ai 70 anni non esistano e quindi nei pochi ruoli che ci sono lavorano quasi sempre le stesse attrici, mentre a 80 anni esisti per fare i ruoli da nonna. Insomma, il maschilismo oggi prevale ma quando io ho iniziato questo mestiere non era così, c’erano molti più ruoli per le attrici “mature”.

Qualche “rivelazione” importante e “Anticipazione” artistica?

Per i motivi che ho appena spiegato, in questo periodo sto lavorando soprattutto con le produzioni Indipendenti che invece mi fanno fare ruoli interessanti, anche da protagonista, perché sono più liberi di scegliere gli attori che vogliono e lavorare con registi prevalentemente “giovani” è stimolante, sono il nostro futuro e la nostra speranza. Infatti ho in previsione alcuni lavori come questi, ma per scaramanzia finché non li ho fatti non ne parlo.

C’è qualcosa nel vissuto ad oggi che non è ancora riuscita a realizzare ma a cui tiene fortemente?

Mi sarebbe piaciuto molto fare i musical, ci sono andata molto vicina a farne uno, era una produzione inglese che mi aveva scelto per un ruolo da coprotagonista, poi però fu sostituita da una produzione italiana e magicamente presero un’altra attrice o, come vengono chiamate nei musical, “performer” che lavorava spesso nei musical. Adesso mi interessa meno e invece mi piacerebbe tornare a fare teatro, mi manca, ma anche qui la situazione è molto difficile, è soprattutto un problema economico, le compagnie sono sempre di meno e non fanno quasi più audizioni.

Se tornasse indietro, artisticamente, cosa non rifarebbe e cosa invece farebbe senza esitare?

Rifarei esattamente tutto quello che ho fatto, non ho rimpianti, tutto mi è servito per imparare, crescere e diventare l’artista completa che penso di essere; la “gavetta” e le esperienze, anche quelle più dure, sono state fondamentali.

Il cinema italiano, la TV, il teatro, gli Eventi, la Radio, il web…Quali differenze con le produzioni estere dal suo punto di vista…

Sono mondi totalmente diversi, all’estero c’è molto più rispetto per chi fa il mio mestiere, è considerato un vero lavoro, ci sono molte più tutele contrattuali e previdenziali anche perché il sindacato all’estero è forte, sostiene e difende davvero gli artisti.

Ha mai pensato di “trasferirsi” definitivamente all’estero? Pensa che avrebbe avuto opportunità maggiori?

Mi sarebbe piaciuto trasferirmi a Parigi, la adoro, ma adesso la vedo come una città pericolosa e difficile per viverci; adoro il cinema francese, adoro la Francia e quindi mai dire mai, ma non credo a Parigi, ci sono tanti altri posti bellissimi. Per quanto riguarda le opportunità che potrei aver avuto non credo, la Francia e altre nazioni straniere difendono molto il lavoro dei loro artisti, possono prenderti per fare un ruolo da “straniero” ma vedono un’italiana come “mediterranea” e io ho tratti somatici non mediterranei, quindi non lo so, ci sono dei clichés molto duri da abbattere; ma me ne andrei volentieri dal mio Paese.

Quanto pensa sia cambiato il mondo artistico, della cultura e spettacolo post la pandemia ed adesso con tutto ciò che sta accadendo in Europa e non solo?

Con la pandemia è cambiato in peggio praticamente tutto: prima si facevano i provini “in presenza”, di persona col casting, insomma in carne ed ossa, con la pandemia si sono cominciati a fare i cosiddetti “selftape” col cellulare, all’inizio erano abbastanza semplici, poi però sono diventati sempre più complicati da fare, con richieste assurde da parte dei casting, copioni lunghi da imparare a memoria (quindi era più un lavoro non retribuito che un provino), col bisogno di avere un’altra persona per darti le battute degli altri ruoli e che ti riprendesse anche, essendoci da fare movimenti ed azioni, insomma non selftape ma tape, in quanto impossibile farli da soli. Per quanto riguarda la situazione di quello che sta succedendo ora in Europa e non solo, sinceramente per adesso non saprei.

Quanto ha influito ed influisce l’avvento della tecnologia? Lei ne fa un uso assiduo per esempio lo smartphone, il PC …

Ha influito tantissimo, anche per quello che ho appena scritto sopra. Io uso lo smartphone, il PC preferibilmente, ma perché sono costretta a farlo sennò non lavorerei, io non sono una persona tecnologica, capisco che può da una parte aver facilitato il mio lavoro, ma io detesto dover essere schiava di tutto questo, a me sembra di aver lavorato meglio e di più quando tutto questo non esisteva e soprattutto c’erano i rapporti umani che ora nel mio lavoro non esistono quasi più, a parte le produzioni indipendenti.

Recente la Convention sugli Stati Generali  delle Attrici e degli Attori promossa da RAAI. Sono state evidenziati tanti gap che il mondo artistico presenta. Lei cosa ne pensa; se potesse cosa cambierebbe?

Ho seguito tutta la diretta streaming e sono stata molto d’accordo su quanto è stato detto, soprattutto da parte delle mie colleghe che hanno evidenziato quanto le donne non più giovani siano penalizzate per i ruoli, dal punto di vista economico, ecc., io sono iscritta al R.A.A.I. e a Unita e partecipo molto spesso alle loro riunioni on line, ecco in questo la tecnologia è utile, ma solo in questo eh. Cambierei quasi tutto il sistema che riguarda il modo di trattare le attrici.

Quali valori sono importanti per Daniela? Quali prova a trasmettere?

Nel lavoro e nella vita cerco di trasmettere emozioni. I miei valori sono l’onestà, la lealtà, il voler bene. La famiglia per me è sempre stata al primo posto: ho perso mia mamma quando avevo 37 anni, ho passato gli ultimi 2 anni ad assistere mio padre, prendendomi cura di lui, ho mollato quasi completamente il lavoro ed altro; lui era la cosa più importante e da luglio lui non c’è più, ora sono rimasta quasi sola e vivo da sola, sono felice di aver fatto tutto quello che potevo per lui e adesso sto ricominciando a vivere la mia vita, anche con le persone a cui voglio bene e che mi vogliono bene e col lavoro. Mi manca molto non avere più una vera famiglia.

Amore, fede, patria: quanto contano oggigiorno….una riflessione in merito?

L’amore, inteso anche come amicizia, è molto importante per me, per me conta molto perché io sono una persona “sociale”, che ama stare con gli altri, ma in generale i rapporti con gli altri sono sempre più difficili, ma resto ottimista. La fede e la patria non sono valori che mi appartengono molto. 

Consiglierebbe ai giovani di intraprendere la carriera artistica?

Ho sempre molta paura a dare consigli, li do solo se mi vengono chiesti di persona, posso dire che, se quando ho iniziato quasi 43 anni fa, io avessi saputo che poi questo lavoro sarebbe diventato com’è adesso, avrei lasciato perdere, nonostante mi abbia dato molte soddisfazioni, ma mi è costato molto a livello umano e personale, avevo una grande passione che ora mi hanno fatto passare, ma non del tutto, continuo con quella poca che mi è rimasta, ma va bene perché così non ho più grandi aspettative, tutto quello che di bello arriva è ben accetto e questo mi fa essere serena perché so che in gran parte non dipende da me. Non posso dire ai giovani se intraprendere o no questa carriera, secondo me è meglio che abbiano una famiglia che li sostiene, in tutti i sensi.

La classica domanda: Come immagina il futuro? E nel futuro che lei immagina: Come si vede Daniela?

Non immagino il mio futuro e come sarò, vivo giorno per giorno, cogliendo tutto quello che di buono e bello mi può arrivare, ho bisogno di godermi la vita, viaggiare per vedere belle cose, frequentare e conoscere persone interessanti e fare qualcosa di stimolante nel mio lavoro, anche con belle collaborazioni.

Nel 2021 è stata premiata ricevendo il “VINCE AWARD”, premio consegnato ad artisti e personaggi talentuosi e meritevoli. La sua opinione?

E’ stato il primo premio che ho ricevuto e quindi molto importante, proprio perché riguarda il talento e il merito e quindi sono grata all’autore e Direttore Artistico Francesco e il suo staff per avermelo dato. Grazie a questo premio ho conosciuto artisti con i quali si può collaborare e creare sinergie lavorative e umane, quindi ne penso più che bene.

Daniela Airoldi: a chi pensa di voler dire un semplice GRAZIE?

Ad Alberto Lionello, a Federico Fellini, a Margherita Fumero, a Luca Miniero per il film “Sono Tornato”, al Direttore Francesco Fiumarella, a Marco Predieri che quest’anno mi ha insignito del Premio “Stelle dello Spettacolo”, agli agenti che mi hanno rappresentato, a tutti i registi che mi hanno scelto, a me stessa, ma soprattutto alla mia famiglia che mi ha sempre appoggiato non lasciandomi mai da sola. E naturalmente grazie a te per questa intervista.

Grazie Daniela, AD MAIORA.

***

COPYRIGHT: RIUTILIZZO CONSENTITO CITANDO AUTRICE_CM E FONTE_CINEPRESS

***

#DanielaAiroldi #Cinepress.it #LeIntervisteDAutore #CarmenMinutoli

Potrebbero interessarti

Cinema In Evidenza Teatro

Martone tra cinema e teatro

Non smettere di fare il teatro è stato fondamentale per Mario Martone e per il suo cinema. Teatro e cinema
Eventi Musica Teatro

Entroterre Festival: cambia la location. Ad Ozzano l’irriverenza degli Oblivion

OZZANO DELL’EMILIA (BO) – Martedì primo agosto 2023 alle 21.30 Entroterre Festival, il festival ideato e organizzato da Fondazione Entroterre