Le recensioni di Giorgio Maria Aloi

C’è ancora domani: la recensione di Giorgio Maria Aloi

“C’è Ancora Domani” è un film del 2023 scritto, diretto ed interpretato da Paola Cortellesi. Oltre a lei, è presente anche Valerio Mastandrea.

La storia è ambientata nel Secondo Dopoguerra, esattamente nel 1946. La protagonista è Delia (Paola Cortellesi), una donna di casa che si occupa della famiglia, ma ad ogni minimo errore riceve botte da suo marito Ivano (Valerio Mastandrea). Ma una svolta del destino potrebbe darle un impatto non indifferente alla sua vita.

Può sembrare un film di propaganda, ma questo è uno di quei casi in cui il messaggio è ben contestualizzato e che invita alla riflessione su ciò che accadeva a quei tempi . Paola Cortellesi ha voluto realizzare un film autoriale, in cui si vede che ci teneva particolarmente a farlo e ha voluto esporre la sua visione riguardante quell’epoca. Un’epoca in cui le donne avevano meno diritti rispetto ad oggi e dovevano starsene zitte perché “sono donne”. Un’epoca in cui dovevano sopportare di tutto e in cui la più grossa ambizione era quella di “accasarsi” con il primo che dava certe garanzie. Un’epoca che racchiude l’ignoranza, i tempi difficili e l’adeguarsi a certe circostanze per il bene proprio e per quello della famiglia, arrivando a sopportare di tutto.

Paola Cortellesi ha dimostrato di essere portata come attrice drammatica e qui dimostra anche una forte alchimia con Valerio Mastandrea, nonostante i personaggi siano uniti solo dal vincolo del matrimonio e arrivino a certe dinamiche tossiche. Per essere la prima volta, ha fatto un buon lavoro anche come regista. Il formato in bianco e nero è un richiamo al Neorealismo Italiano, visto l’anno appartenente al movimento culturale citato, al periodo in cui si svolge la trama e per via delle inquadrature che rappresentano quella cruda realtà ambientata in quelle classi sociali. Le scene di violenze, invece, sono state in parte omesse ma allo stesso tempo vengono mostrati certi dettagli che fanno capire cosa sta per accadere e addirittura c’è una scena dei due protagonisti, in cui con un sottofondo musicale e una coreografia rendono meno cruda la scena di violenza domestica.

“C’è Ancora Domani” è un allusione che porta alla ricerca di speranza e di desiderio per un futuro migliore sia per sé stessi che per i figli. Il 1946 è stato l’anno giusto per raccontare meglio questa storia, considerando l’avvenimento di un famoso evento storico che riguarda soprattutto le donne. Delia è una donna che apparentemente non ha molti diritti, ma si faceva forza per sopportare tutto e pensava ad un futuro migliore per sua figlia (e forse, anche per sé stessa), visto che anche lei è donna.

Ma perché dovrebbe essere visto questo film? E oggi che è la Festa della Donna, dovrebbe essere il film giusto da vedere.

È un film che dovrebbe essere visto sia dalle donne che dagli uomini. È un invito alla riflessione ed alla conoscenza di come stavano le cose a quei tempi e di cosa hanno fatto per arrivare ad oggi. Ma c’è anche dell’attualità qui. Sì perché nonostante le cose siano cambiate apparentemente, c’è ancora molto lavoro da fare e la situazione di Delia è ancora comune. Basta guardarsi bene attorno.

Ci sono differenze? Su alcune cose forse sì, perché apparentemente le donne hanno più diritti rispetto al passato, ma allo stesso tempo la strada è ancora lunga e vengono ancora viste come “esseri inferiori”. Basta anche pensare ai fatti di cronaca o quello che si sente in giro. Quello che subiscono ancora oggi le donne non dovrebbe più accadere. Come mai certe cose le subiscono più loro e ancora oggi fanno fatica su certe cose? Bisogna farsi due domande

Perché “C’è Ancora Domani” dovrebbe essere guardato anche dagli uomini?

Il film è un invito agli uomini a non prendere ad esempio questi individui che avevano (o hanno ancora oggi) questa cultura e non essere appartenenti a quella categoria di “mascolinità tossica” che purtroppo esiste (non bisogna negarlo). La storia insegna a non ripetere gli stessi errori, ma sembra che ancora oggi si faccia fatica a non fare lo stesso. Forse tutti, anche involontariamente, sono stati poco rispettosi e allora se le cose devono cambiare, si deve partire da sé stessi. Magari, il film serve ad avere uno spunto di riflessione ed evitare di avere gli stessi comportamenti di uomini come Ivano e di guardare la donna come una persona alla pari. Ogni uomo deve ricordare che è al mondo anche grazie ad una donna. Quando manca di rispetto ad una donna, anche con una battuta, deve pensare che ha sempre dei sentimenti e può essere una madre, una sorella una cugina, una fidanzata o altro. Quando sente una battuta poco felice da parte di un altro uomo, non dovrebbe ridere con lui ma dirgli di smetterla. Quindi, il film può vederlo anche un uomo (anzi, soprattutto un uomo) per essere uno stimolo alla conoscenza di questa cruda realtà e di imparare qualcosa di utile.

Purtroppo ci saranno sempre i grandi campioni della “mascolinità tossica” che vedono la donna come un “essere inferiore” e su cui scaricheranno sempre la loro frustrazione. Si riconoscono nell’immediato, dalle battute che fanno alle azioni più macabre. O addirittura, si riconoscono anche dal continuo vittimismo che emanano e dalla continua contestazione sul fatto che si parli di meno della violenza da parte di donne nei confronti degli uomini. È un discorso che non sta né in cielo né in terra, perché se un azione da parte di una donna nei confronti di un uomo è sbagliata, lo è anche al contrario. Si dovrebbe provare ribrezzo in entrambe le situazioni e non solo in un caso.

Innanzitutto, nessuno ignora il problema e non è deviare la questione la soluzione ideale. La violenza va condannata a prescindere dal genere e chi sta scrivendo l’articolo è molto sensibile alla tematica ed è contro la violenza in generale, per motivi personali. Ma se si parla più di uomini che fanno del male alle donne, sia fisicamente che psicologicamente, bisogna farsi due domande. Quindi, bisogna stare attenti a ciò che si dice.

Ma ora ci si rivolge alle donne. Perché dovrebbero vedere “C’è Ancora Domani”?

È un film che ricorda quello che hanno subito le donne del passato, ma che allo stesso dimostra l’incredibile forza che avevano e cos’hanno fatto per le generazioni di oggi e quelle future. È un invito ad onorare ciò che hanno fatto e fare grandi cose, perché hanno un’incredibile potenziale.

Le donne hanno un’incredibile forza di cui spesso non si ha idea e possono davvero muovere il mondo, con i giusti mezzi. È triste sapere che spesso non vengono valorizzate o peggio, che alcune di loro non si rendano conto del valore che hanno e delle incredibili cose che fanno e che possono fare. È una cosa che fa provare sia tristezza che rabbia.

“C’è Ancora Domani” serve a ricordare alle donne tutto questo ed a tirare fuori il potenziale che hanno. La storia di Delia può essere davvero lo spunto per le donne. L’augurio per le donne in generale è che riescano a ricordare il valore che hanno e di dimostrarlo ogni giorno. Devono ricordarsi che hanno sempre una scelta, invece di “accontentarsi” e di pensare (sbagliando, tra l’altro) che non possono fare o avere di meglio. Non devono permettere a nessuno, ma proprio a nessuno, di sminuirle. Invece di “giustificare” certe cose, devono cercare di trovare la forza di dire “questo non lo merito”. Invece di “giustificare” quell’essere definito uomo che prova a dominarle, dovrebbero dire “Basta. Tu non sei nessuno per dirmi cosa devo fare e quanto valgo”. Se la donna vuole sconfiggere la “mascolinità tossica”, deve anche lei fare il suo e non permettere che avvengano queste cose, partendo da quelle piccole. Sia gli uomini che le donne devono darsi da fare, per mettere fine a questa cultura retrograda e sbagliata. Tutti, ripeto tutti, devono cominciare a fare qualcosa partendo da sé stessi e dalle piccole cose, per poi arrivare a fare quelle grandi.

Quindi, andate a vedere “C’è Ancora Domani” che è un film da non perdere.

Auguri a tutte le donne

Voto: 9.5/10

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