Cinema Le recensioni di Martina Corvaia

Past Lives: la recensione di Martina Corvaia

Greta Lee e Teo Yoo in Past Lives (Credits: Lucky Red)

Past Lives, la recensione del film di Celine Song con Greta Lee, Teo Yoo e John Magaro

Due uomini appartenenti a due culture diverse, uno coreano, l’altro newyorkese, se ne stanno seduti al bancone di un bar a parlare. Al centro, a squarciare il velo del tempo in due periodi molto distanti della loro vita, c’è Celine Song che fa da traduttrice e intermediaria. Due uomini lì solo per lei, il marito americano e l’amore d’infanzia venuto apposta dalla Corea del Sud per vederla. È la stessa storia di Nora Moon (Greta Lee), Hae Sung (Teo Yoo) e Arthur Zaturansky (John Magaro), seduti in un bar in una sorta di dimensione onirica, isolati dai primi piani della macchina da presa.

Debutto alla regia per Celine Song, Past Lives ‒ acclamato al Sundance Film Festival e alla Berlinale e presentato in anteprima italiana alla Festa del Cinema di Roma, cinque nomination nelle principali categorie dei Golden Globe e due nomination per Miglior film e Migliore sceneggiatura originale ai prossimi Premi Oscar ‒ racconta di un viaggio nel tempo dove la cultura, lo spazio e la lingua si fondono in un’unica emozione, provata tanto tempo fa e mai andata via. L’amore tra Hae Sung e Nora nato tra i banchi di scuola si frantuma in un batter d’occhio quando la famiglia di Nora emigra da Seoul per rifugiarsi in America. Ventiquattro anni dopo, Hae Sung trova finalmente l’occasione di riabbracciare la sua amica e rivitalizzare quella fiamma sopita a lungo. Due vite diverse, rigida tra la leva militare e lo studio ingegneristico di Hae Sung, più libertina per la giovane Nora che si americanizza alla way of life newyorkese. Una benevola separazione ricongiunta sullo schermo dei loro laptop in attesa di un vis a vis.

Due uomini e una donna. Corea del Sud e New York. Due mondi opposti ma uniti nel medesimo lasso dalla paura di perdersi, di ritrovarsi, di buttarsi a capofitto in una storia d’amore che accende la luce fioca di un’amicizia/amore duratura che non trova più la sua ragione di esistere. Past Lives ripercorre la storia di Celine Song in una sorta di semi-autobiografia vestita su Nora, Hae Sung e Arthur, immergendosi nella scelta razionale di iniziare una vita da capo senza tuttavia tagliare il filo del tempo andato. Perché il primo amore non si dimentica. Ed è nei loro sguardi intensi, contemplativi, occhi dentro occhi tra Hae Sung e Na YoungNora Moon, il nome inglese adottato ‒  che l’In-Yun prende forma, nella concezione filosofica coreana di esserci stato qualcosa tra di loro nelle vite passate. Come accade persino a due sconosciuti che camminano per strada e i loro vestiti si sfiorano appena.

Un abbraccio, un pianto. Due vite così distanti geograficamente eppure così vicine nell’anima allontanate nel presente. Questa volta per sempre.

Past Lives è un quadro d’amore dolce, struggente, malinconico, incorniciato in un’onestà intellettuale di una storia amorosa moderna vissuta su tre archi temporali attraverso lo smarrimento, il ritrovarsi, il continuare ad andare avanti tra un messaggio e una videochiamata su Skype. Per lasciarsi cullare dalla filosofia di una vita passata e liberata da qualsiasi vincolo su una via della città che non dorme mai. E in quel legame che non si è mai spezzato, quegli sguardi ieri come oggi trascendono la cultura, lo spazio, il tempo e il destino. È l’In-Yun.

VOTO: 8/10

 

Martina Corvaia

Past Lives locandina film (Credits: Lucky Red)
Past Lives locandina film (Credits: Lucky Red)

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