Cinema

25 novembre: i 10 film consigliati dal critico cinematografico Giorgio Maria Aloi da vedere in questa ricorrenza

Il 25 novembre si celebra la Giornata contro la violenza delle donne. La data scelta per tale evento non è un caso, perché proprio in quella fatidica data del 1960 sono state uccise le sorelle Mirabal. Patria Mercedes, María Argentina Minerva e Antonia María Teresa sono le tre donne rivoluzionarie che sono state uccise brutalmente il 25 novembre del 1960 dal regime del dittatore Trujillo a cui loro avevano tentato di opporsi. Ed è per questo che proprio quel giorno è stata istituita dall’ONU come la Giornata mondiale contro la violenza delle donne.

Nel corso degli anni, però, i casi di violenza contro le donne o femminicidi ci sono sempre stati e negli ultimi tempi, i casi sono stati in aumento (già solo nel 2023 c’è un numero spaventoso e sembra che si vada a peggiorare). È preoccupante la cosa. Ma esattamente come nasce questa cosa?

Purtroppo l’atto è una conseguenza di una relazione tossica nella maggior parte dei casi ed infatti la più alta percentuale accade per mano di fidanzati o ex. Nonostante la donna abbia più diritti rispetto al passato, viene vista come “essere inferiore”. C’è un sistema in cui impone che l’uomo debba fare l’uomo e la donna debba fare la donna. Questi uomini che arrivano a fare ciò vedono la donne come “essere inferiore” ed arrivano a compiere atti per una questione di controllo e di dominio su di essa.

Sì, gli atti non sono necessariamente omicidi o stupri, ma anche violenze psicologiche che si manifestano in atti come la possessività, la morbosità, il volerla isolare da tutti, sminuirla e manipolarla, fino a farla sentire in colpa. Ed è una cosa piuttosto frequente, perché anche se il carnefice di turno non la tocca fisicamente, la tortura mentalmente e la porta in un tunnel da cui è difficile uscirne. Sono più frequenti di quanto lo si pensi e la cosa preoccupante è che si sottovaluta il problema. Si deve arrivare all’irreparabile per capirlo? Certo, tutti hanno avuto una relazione tossica e per fortuna non si è arrivati al peggio, ma in altri casi non c’è stato nulla da fare. Sicuramente, alcune persone attorno la stanno vivendo ma non si osserva bene o la cosa è velata. Addirittura, se qualcuno lo fa presente viene passato per esagerato nell’ipotizzare la situazione. E forse questo fa paura: l’indifferenza. E poi, nel peggiore dei casi, arriva la brutta notizia.

Ma ora ecco il senso dell’articolo: sfruttare il contesto cinematografico e consigliare ben 10 film in cui si parla di relazioni tossiche, violenza contro le donne e tutto quello che sta attorno. Può essere utile a farsi un’idea più chiara del fenomeno. Sono i film giusti (scelti dal sottoscritto) per capire meglio la dinamica.

Iniziamo

10 Film adatti per capire meglio la dinamica della violenza contro le donne e delle relazioni tossiche

1) Il Colore Viola (1984)
“Il Colore Viola” (“The Color Purple”) è una pellicola del 1985 diretta da Steven Spielberg ed è la trasposizione cinematografica del romanzo di Alice Walker. Nel cast sono presenti Whoopi Goldberg, Danny Glover, Margaret Avery e Oprah Winfrey.

Sud degli Stati Uniti. XX Secolo. 1909. Celie (Whoopi Goldberg) è una ragazzina che per ben quattordici anni ha subito abusi dal padre e successivamente, su costrizione di quest’ultimo, sposa Albert Johnson (Danny Glover) che le riserverà lo stesso trattamento.

Spielberg non ha diretto solo film fantastici e per ragazzi, ma anche storie drammatiche e delicate come “Il Colore Viola” (ha fatto anche “The Schindler’s List”, “Salvate Il Soldato Ryan”, ecc.) o storie adrenaliniche e paurose (“Lo Squalo” o “La Guerra Dei Mondi”). Questo film, così come il romanzo di Walker, tratta una storia con temi molto delicati come il razzismo, l’abuso domestico, l’incesto e la violenza contro le donne. A quei tempi, le donne non avevano gli stessi diritti che hanno ora e ne subivano di tutti i colori (anche oggi può succedere, nonostante l’evoluzione). Uno dei consigli cinematografici adatti per la trattazione di tali argomenti è proprio “Il Colore Viola”. La durata può sembrare eccessiva, ma si consiglia la visione solo se avete una certa sensibilità. Questo è uno dei ruoli poco conosciuti di Whoopi Goldberg ed è un vero peccato, perché qui è stata bravissima. Il colore viola, inoltre, ha un significato particolare: è un colore di mescolanza tra rosso e blu e quindi equilibrio tra due poli opposti. Se da un lato rispecchia il dolore e la sofferenza, dall’altro la riabilitazione. Quando Celie trova conforto nel campo di fiori viola, lei capisce il valore della vita e il rispetto di essa. Il film rientra nei consigli per capire il contesto storico di allora e mostrare come certe cose avvenivano anche nei secoli precedenti, però nonostante ci sia stato un progresso apparentemente, su altro purtroppo ancora non c’è stato.

Il film è su Now TV

2) A Letto Con Il Nemico (1991)

“A Letto Con Il Nemico” è un film del 1991 diretto da Joseph Ruben e con protagonisti Julia Roberts e Patrick Bergin.

Laura (Julia Roberts) e Martin (Patrick Bergin) sono sposati e vivono in una casa vicino al mare conducendo, apparentemente, una vita felice. In realtà, nel corso del tempo, Martin ha rivelato il suo carattere ossessivo e violento tanto da spingere la donna a mettere in scena la propria morte per sfuggire al suo controllo. Ma l’inganno verrà presto svelato.

Qui, si va sul thriller ed è il modus operandi adottato per rappresentare in maniera cruda una situazione molto frequente. Alcune relazioni iniziano così, però poi arrivano a rivelarsi per quello che è e si nascondono dietro una facciata. La pellicola mette in luce le dinamiche più subdole e morbose di una relazione in apparenza perfetta e vuole accendere i riflettori sul tema delle violenze domestiche. È uno dei film adatti per narrare questo fenomeno e rientra perfettamente in questa lista

Il film è su Disney Plus

3) Primo Amore (2004)
“Primo Amore” è un film del 2004 diretto da Matteo Garrone e narra un fatto piuttosto reale

Primo amore porta sul grande schermo la relazione malata tra Vittorio (Vitaliano Trevisan) e Sonia (Michela Cescon); lui, piccolo artigiano con l’ossessione per un modello femminile al limite dell’anoressia, lei disposta a perdere chili per compiacerlo, fino a finire in un vortice di schiavitù fisica e psichica. Per ribellarsi dai soprusi del compagno, Sonia dovrà compiere una scelta decisiva.

Questo film rappresenta un altro aspetto di questo fenomeno e dimostra come la violenza non deve essere necessariamente fisica, ma può essere pure psicologica. Sonia non si sentiva accettata da Vittorio, perché ha in mente un prototipo di donna, e lei è arrivata a tanto. Il sentirsi svalorizzata e il cambiare per la persona accanto può portare a questo, a volte. Ma non deve essere così, perché l’altro/a deve accettare il partner così com’è e non torturandolo, per portarlo/a a snaturarsi. Non è amore questo. Garrone già ai tempi aveva una regia delicata che si vede spesso nei suoi film ed è riuscito a rappresentare bene questa triste storia

Il film è su Prime Video

4) Via Dall’Incubo (2002)
Via Dall’Incubo” è un film del 2002 diretto da Michael Apted ed interpretato dalla cantante Jennifer Lopez e Billy Campbell.

Slim (Jennifer Lopez) è una giovane cameriera che si innamora di un uomo di nome Mitch (Billy Campbell). Slim era convinta di aver trovato l’amore della sua vita e aveva lasciato il lavoro per dedicarsi alla famiglia. Ma purtroppo, Mitch tira fuori la sua vera natura: inizia a tradirla e pratica la violenza psicologica e soprattutto fisica sulla povera Slim. Quest’ultima ha due possibilità: sopportare o fuggire da Mitch, ma quest’ultimo inizierà a perseguitarla.

A livello tecnico, la sceneggiatura va di alti e bassi, la regia non è molto curata e il montaggio non è dei migliori. Però, qui Jennifer Lopez interpreta bene il suo ruolo e anche Campbell. Ma ci si sofferma soprattutto sul fulcro del film: la violenza di ogni genere all’interno della coppia o del nucleo familiare. Ha delle similitudini con “A Letto Con Il Nemico”, ma forse qui è ancora più cruda. Il personaggio interpretato dalla Lopez è una chiara rappresentazione di molte donne vittime di violenze fisiche e psicologiche. Quante relazioni all’inizio sembrano fantastiche e poi si trasformano in un incubo? Quante coppie all’apparenza sembrano stupende ma in realtà nascondono una brutta situazione? Quante persone sopportano ma non hanno il coraggio di mollare la persona tossica? Per quanto si creda nell’amore e ci siano diverse coppie che si vogliono bene, ci sono anche coppie che stanno assieme per forza o che nascondono situazioni brutte (o possibili situazioni tragiche che si possono verificare). Magari sono più vicine di quanto uno pensi (può essere che lo subisce un parente, un’amica o altri) e al giorno d’oggi, nell’era dei social, è facile farsi ingannare dall’apparenza. “Via Dall’Incubo” è una rappresentazione di questa realtà che alcune volte viene ignorata. Mitch si è presentato come l’uomo “perfetto” e Slim credeva di stare in una favola. Ma in realtà, Mitch ha portato lei a lasciare il lavoro ed a dedicarsi alla loro bambina (anche i figli restano coinvolti), in modo che Slim possa essere sotto il suo controllo. Slim è come la mosca che è finita nella tela del ragno e il ragno fa quello che vuole. Il film fa venire l’angoscia e forse con essa ci si può immedesimare e capire meglio questa dinamica piuttosto frequente

Il film è su Netflix

5) Mia (2023)
“Mia” è un film del 2023 diretto da Ivano De Matteo e con protagonisti Edoardo Leo, Greta Gasbarri e Milena Mancini.

Mia (Greta Gasbarri) e i suoi genitori Sergio (Edoardo Leo) e Valeria (Milena Mancini) sono sempre stati una famiglia semplice e felice. Quando poi Mia compie quindici anni, intraprende la sua prima relazione con Marco, un ragazzo che poco a poco si rivelerà manipolatore e tossico per la ragazza. Lei arriverà ad allontanarsi da tutti e i genitori di lei non sanno come aiutarla. Quanto possono resistere alla vista di tutto questo?

Non è assolutamente un film così prevedibile come sembra e da cui non aspettarsi chissà quale lieto fine. Qui, siamo nell’adolescenza, un periodo piuttosto fragile e la relazione tossica e la violenza capitano anche tra i ragazzini. La regia è così delicata e ci voleva un tocco simile, per rappresentare poco a poco tutte le fasi della relazione tossica. “Mia” (che può essere un allusione alla protagonista o alla possessione del ragazzo tossico) è un film che mira alla riflessione e a far conoscere questa realtà, presente sia negli adolescenti che negli adulti. Ma la fase adolescenziale è quella più delicata e più fragile e quindi, il primo amore spesso risulta così e si vuole rappresentare ciò, analizzando tutti i punti di vista. Si ha il ragazzo geloso che vuole controllare la ragazza; un’adolescente che lo asseconda pensando di fare bene e che lo giustifica, quando in realtà si fa del male; e i genitori, soprattutto il padre, che non sanno come aiutarla e si ritrovano impotenti e disperati nel vedere la loro figlia “annullarsi” per colpa di un ragazzetto che vuole possederla. Per di più, vengono anche messe in evidenza le conseguenze dell’allontanamento di lei da lui, perché non è facile uscire da quel tunnel e nell’era dei social, portano ad esiti terribili. Purtroppo, ci si abbraccia alla modernità ma allo stesso tempo, si rimane indietro su certe cose e questo fenomeno è sempre più frequente. La recitazione è straordinaria e sono coinvolti nei personaggi, peccato che nella fase finale ci si metta un po’ troppo ad arrivare al punto

Il film è su Now TV

6) Tonya (2018)
“Tonya” è un film del 2017 (in Italia, è arrivato nel 2018) diretto da Craig Gillespie (regista de “L’Ultima Tempesta” e “Cruella”). Nel cast sono presenti Margot Robbie, Sebastian Stan, Allison Janney e Julianne Nicholson.

Il film è un biopic sulla pattinatrice Tonya Harding (Margot Robbie), la seconda donna al mondo (e la prima in America) ad essere stata capace di eseguire un triplo axel in una competizione ufficiale. Solo che poi, è stata anche vittima di abusi dal marito e poi al centro di uno scandalo che ha causato delle ripercussioni sulla sua carriera.

Questo è un biopic ben scritto e, a differenza di qualche altro fatto per portare soldi al botteghino, ha diversi obiettivi e visto il risultato, ci è riuscito. È un film che vuole rappresentare ciò che passano alcune donne (come gli abusi, la violenza domestica dalla madre o dal marito, l’essere sottovalutata da tutti perché è donna, ecc.) ed allo stesso tempo, motivare le persone a non arrendersi mai ed a realizzare i propri obiettivi. Tonya è una pattinatrice che ne ha passate tante e non ha mai avuto il sostegno sincero da nessuno, nemmeno dalla madre e da suo marito. Però, non si è mai arresa ed è consapevole che non è amata da tutti, ma lei va avanti e si fa forza. Alla fine è riuscita ad avere una buona carriera, anche se poi è stata oggetto di accuse ingiuste e di scandali (altra situazione molto frequente nelle celebrità). Quindi, è una storia cruda che porta alla riflessione di certe cose e dà una carica per realizzare i propri sogni. Margot Robbie qui interpreta uno dei ruoli migliori della sua carriera ed è qui che ha dimostrato di essere un’attrice completa. Un paio di difetti riscontrati sono il ritmo che ogni tanto è un po’ lento e la fotografia qualche volta poco chiara. Altri punti a favore sta nella colonna sonora e nel montaggio che passa dalle inquadrature dei protagonisti che raccontano la loro visione alle vicende mostrate. La regia è ben curata e la storia viene raccontata tra il giusto mix di verità cruda e l’ironia. Questo film parla anche di violenze fisiche e psicologiche da parte anche di familiari, oltre che dal partner tossico.

È su Prime Video

7) Io Ci Sono (2016)
Questo film è stato fatto per la televisione nel 2016 ed è diretto da Luciano Manuzzi e con protagonista l’attrice Cristiana Capotondi. È una storia vera e racconta la tragica e coraggiosa vicenda dell’avvocato pesarese Lucia Annibali. Narrata attraverso l’utilizzo di vari flash-back, la trama prende il via dal momento in cui la donna, aggredita con l’acido dall’ex fidanzato, viene soccorsa sul pianerottolo di casa. Un calvario di dolore e operazioni che si trasforma in una riscoperta del senso della vita.

Lucia ne ha passate tante con quest’uomo, che si è presentato come un uomo ben piazzato e con le giuste intenzioni. Purtroppo, non è facile identificare e non è la famiglia né la posizione sociale che qualificano, perché il carnefice si può riscontrare ovunque. Ci sono tipi che non hanno mai lavorato su sé stessi ed hanno costruito una maschera e rovinano la vita a chi gli sta attorno. Ma Lucia è stata anche l’esempio di tante donne ed ha lottato per riprendersi e fare giustizia. La cosa brutta di queste situazioni è uscirne, ma col giusto sostegno si può

Il film è su RaiPlay

8) Una Donna Promettente (2021)
“Promising Young Woman” (“Una Donna Promettente”) è un film del 2020 scritto e diretto da Emerald Fennell. L’attrice protagonista è Carey Mulligan

Carrie (Carey Mulligan) è una trentenne che di giorno vive una vita apparentemente tranquilla, mentre di notte mette in atto un piano: fingendosi ubriaca, intende dimostrare come ogni uomo che la abborda nasconda il desiderio di violentarla o possederla con la forza. Questo è dovuto ad un trauma che ha segnato il suo destino: lo stupro e il suicidio della sua migliore amica Nina, visto che quest’ultima non è stata creduta da nessuno. Presto, si ritroverà ad un bivio: la pace interiore o farla pagare ai veri responsabili dello stupro di Nina.

Questo tratta anche angoli del fenomeno che spesso non vengono considerati e vengono esplorati tutti. Il film è un thriller psicologico con una regia modesta che si ritrova in perfetta sintonia con un montaggio piuttosto lineare, accompagnati anche da una fotografia chiarissima e da una buona colonna sonora. E in più, l’attrice protagonista è stata bravissima. Il difetto sta nel ritmo reso volutamente un po’ lento perché ci si gira troppo attorno per arrivare al punto, ma ci si passa sopra perché il movente viene fuori e colpisce lo spettatore come la regista voleva fare. Il thriller è un modus operandi molto crudo e serve a trattare in tutte le sfumature un argomento molto delicato che negli ultimi tempi, è sempre più terribilmente frequente nella società contemporanea: lo stupro (anche questa è violenza) Ma oltre lo stupro, vengono anche messe in evidenza anche le conseguenze di esso, come la mancata credibilità, l’assenza di empatia, il trauma psicologico e la “colpevolizzazione” della vittima (quando l’evento non tocca sé stessi). Si fa propaganda femminista non in maniera forzata e l’intento è quello di far riflettere (e far angosciare) sia gli uomini che le donne. Inoltre, mostra anche la visione della donna da parte delle figure patriarcali che si nascondono dietro la maschera delle persone di successo e per bene, e il giudizio “facile” sia da parte degli altri uomini che di altre donne poco empatiche.

È su Prime Video

9) Libere disobbedienti innamorate (Between) (2016)
Libere disobbedienti innamorate (titolo originale In Between) è un film del 2016 diretto da Maysaloun Hamoud
Le tre donne condividono lo stesso appartamento, ma ogni giorno devono fare i conti con una realtà che le obbliga a stare sempre un passo indietro agli uomini: quella della città di Tel Aviv, divisa tra tradizionalismo e tentativi di emancipazione. Laila, Salma e Nour, rispettivamente un avvocato, una barista omosessuale e una studentessa d’informatica, condividono un appartamento e, ogni giorno, devono combattere contro pregiudizi e maschilismo, solo per il fatto di essere donne.

Non importa la nazionalità, perché la donna dovrà fare i conti con certe cose a prescindere ed ovunque. La continua ricerca della libertà le porta a fare i conti con alcuni uomini che le considerano “esseri inferiori” e che secondo loro, devono starsene zitte. Possono essere padri, colleghi, fidanzati, ecc. Anche se cambiano paese, il problema si può riscontrare. È il film giusto in cui una donna può immedesimarsi nelle tre protagoniste

È su Prime Video (a noleggio)

10) C’è Ancora Domani (2023)
“C’è Ancora Domani” è un film del 2023 di cui segna il debutto da regista di Paola Cortellesi. Quest’ultima è anche la protagonista del film, assieme a Valerio Mastandrea. La storia è ambientata nel Secondo Dopoguerra, esattamente nel 1946. La protagonista è Delia, una donna di casa che si occupa della famiglia, ma ad ogni minimo errore riceve botte da suo marito Ivano.

Il consiglio più recente è la ciliegina sulla torta ed oltre a dare un’impronta al cinema italiano, dà una bella scossa alle donne raccontando anche un fatto storico. Non è un film di propaganda, ma un invito alla riflessione su ciò che accadeva a quei tempi . Cortellesi ha voluto realizzare un film autoriale, per poter esporre la sua visione riguardante quell’epoca. Un’epoca in cui le donne avevano meno diritti rispetto ad oggi e dovevano starsene zitte perché “sono donne”. Un’epoca in cui dovevano sopportare di tutto e in cui la più grossa ambizione era quella di “accasarsi” con il primo che dava certe garanzie. Un’epoca che racchiude l’ignoranza, i tempi difficili e l’adeguarsi a certe circostanze per il bene proprio e per quello della famiglia, arrivando a sopportare di tutto.

Si dà a Cesare quel che è di Cesare si dice di solito, per riconoscere i meriti. Infatti, Paola Cortellesi non sarà sempre stata il massimo nelle commedie, ma ha dimostrato di essere portata come attrice drammatica. C’è pure un’alchimia con Valerio Mastandrea, nonostante i personaggi siano uniti solo sulla carta dal vincolo del matrimonio e vivono con i figli, arrivando a certe dinamiche tossiche. Ed in più, per essere la prima volta, ha fatto un buon lavoro anche come regista. Il formato in bianco e nero è servito per rappresentare quella cruda realtà, mentre nelle scene di violenze c’è una coreografia dei due e questo è servito sia per rendere meno cruda la scena che per far capire cosa stava succedendo.

“C’è Ancora Domani” è un allusione che porta alla ricerca di speranza e di desiderio per un futuro migliore sia per sé stessi che per i figli. Il 1946 è stato l’anno giusto per raccontare meglio questa storia, considerando l’avvenimento di un famoso evento storico che riguarda le donne. Delia è una donna che apparentemente non ha molti diritti, ma si faceva forza per sopportare tutto. Delia pensava ad un futuro migliore per sua figlia (e forse, anche per sé stessa).

È un film che dovrebbe essere visto sia dalle donne che dagli uomini. È un invito alla riflessione ed alla conoscenza di come stavano le cose a quei tempi e dici cosa hanno fatto per arrivare ad oggi. Ma c’è anche dell’attualità qui. Sì perché nonostante le cose siano cambiate apparentemente, c’è ancora molto lavoro da fare e la situazione di Delia è ancora comune. È un invito agli uomini a non prendere ad esempio alcuni individui ed a non fare lo stesso, ma soprattutto per le donne di oggi per ricordare cos’hanno fatto le donne del passato e che hanno sempre una scelta, invece di “accontentarsi”. Invece di “giustificare” certe cose, si dovrebbe iniziare ad ambire a qualcosa di meglio.

È al cinema

Recensione Giorgio Maria Aloi
Giorgio Maria Aloi

Conclusione
I 10 film elencati sono quelli che il sottoscritto ha voluto consigliare per aiutare a dare una visione più ampia di questo fenomeno. Negare l’esistenza è un qualcosa che non va fatto, perché purtroppo c’è. I fatti di cronaca parlano chiaro. Le violenze ci sono.

Donne questo è per voi: se un uomo vi umilia, vi isola, vi vuole controllare, vuole isolarvi da tutti, minaccia gli altri a non avvicinarsi a voi, è possessivo, morboso ed altro, non vi ama. Al primo segnale, scappate e fatevi aiutare. Perché tutto questo può portare all’irreparabile e se non volete ciò, trovate il coraggio di parlarne e scappare. Parlatene con le vostre famiglie, amici ed altri. Fatevi aiutare e ricordatevi che non siete sole.

Uomini: non dimenticate che se siete al mondo è grazie ad una donna. Qualunque sia la ragione che vi porta ad arrabbiarvi, non arrivate a tanto. La donna deve essere al vostro fianco, non calpestata da voi. Sì, avviene anche al contrario e non si nega questa cosa, ma le vittime femminili sono maggiori rispetto a quelle maschili. La violenza va condannata in entrambi i casi. La cosa che potete fare è rispettare e trattarla come una persona e se la cosa non va, rompete la relazione e accettate la fine.

Non diciamo che siamo “bravi ragazzi”, facciamo del nostro piccolo con dei piccoli gesti e lasciamo che siano i fatti a parlare e non le belle parole, perché le donne ne hanno sentite tante e poi hanno visto altro. È ovvio che non siamo tutti così, è sottinteso. Ma se vogliamo dare il buon esempio ed essere diversi da certe bestie, allora contribuiamo tutti a trattare la donna come un nostro pari e loro altrettanto. Ma con i fatti e facciamo tesoro degli errori degli altri per fare del nostro meglio. Tutto parte da noi e tutti noi possiamo contribuire nel nostro piccolo.

Se vogliamo tutti che le cose cambino, deve partire da noi stessi. Lo dice uno che si è ritrovato in una situazione tossica e non sapeva come uscirne, per timore delle conseguenze. Parla anche di tutte le volte che si è ritrovato ad assistere impotente a situazioni altrui di persone care e che non poteva fare nulla per aiutarle. In alcuni casi purtroppo non ha potuto neanche quello ed è stato un peccato.

Combattiamo tutti questo sistema, con i nostri mezzi.

Concludo quest’articolo con una frase:

State molto attenti a far piangere una donna,
che poi Dio conta le sue lacrime!
La donna è uscita dalla costola dell’uomo,
non dai piedi perché dovesse essere pestata,
né dalla testa per essere superiore,
ma dal fianco per essere uguale…
un po’ più in basso del braccio per essere protetta
e dal lato del cuore per essere Amata”

Giorgio Maria Aloi

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