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Addio a Marzia Ubaldi: l’attrice è stata sposata con Gastone Moschin

Si è spenta all’età di 85 anni Marzia Ubaldi, attrice e doppiatrice italiana resa celebre negli ultimi anni dai ruoli da lei interpretati in due serie televisive di grande successo come “I Cesaroni” e “Suburra”.

Nata a Milano il 2 giugno del 1938, da anni aveva deciso di vivere alle porte di Capitone, frazione del comune di Narni della provincia di Terni, insieme alle sue due nipoti e alla figlia Emanuela, con cui gestiva un allevamento di chihuahua.

Fu negli anni Sessanta che iniziò la sua carriera di attrice teatrale presso il Piccolo Teatro di Milano, dove prese parte, nel ruolo di protagonista, all’opera “La Congiura”, messa in scena dal regista Luigi Squarzina. Tra le altre interpretazioni teatrali di spicco, si ricordano quelle ne “Il Gabbiano”, ne “Le Tre Sorelle” e ne “La Donna Serpente”.

Sempre negli anni Sessanta si affacciò anche al mondo della musica: come cantante firmò alcuni pezzi per la casa discografica Karim, e fu proprio lei a incidere la prima versione della celebre canzone “La ballata dell’amore cieco (o della vanità)” di Fabrizio De Andrè nel 1966:“Ne temevo la reazione…”, aveva spiegato Ubaldi ricordando quel momento emozionante, “disse che era una meraviglia”.

Tra il 1960 e il 1967 fu sposata con l’attore Gastone Moschin. Con quest’ultimo, e con la figlia Emanuela, nel 2003 fondò l’accademia di recitazione teatrale, televisiva e cinematografica Mumos di Terni: tutti e tre ricoprirono il ruolo di docenti. Un’esperienza che per lei si concluse nel 2013.

In qualità di doppiatrice diede la sua voce a numerose attrici straniere particolarmente note, come Judi Dench, Maggie Smith, Anne Bancroft, Gena Rowlands, Vanessa Redgrave e Jeanne Moreau. Oltre che in teatro recitò anche per il grande schermo, a partire dalla sua partecipazione ne “Il medico delle donne” (1962), film diretto da Giorgio Simonelli. L’ultima esperienza cinematografica risale al 2020, quando prese parte al film “I predatori” di Pietro Castellitto.

Al suo attivo numerose partecipazioni in sceneggiati televisivi e serie, tra cui si ricordano “La coscienza di Zeno” (1966), “Nero Wolfe” (1969), “Incantesimo” (2003), Elisa di Rivombrosa (2003/2004), “I Cesaroni” (2010), “Questo nostro grande amore” (2012/2018) e Suburra (2020): la apparizione più recente è stata in “Call my agent”, serie televisiva trasmessa da Sky all’inizio del 2023 e remake della francese Dix pour cent.

Emanuela Moschin
Emanuela Moschin

“Ciao Mamma. Stavolta me l’hai combinata proprio grossa… il ‘chi è di scena’ è stato per te. Sono completamente svuotata…”, ha scritto sui social  la figlia Emanuela Moschin. I funerali dell’attrice si sono svolti questa mattina presso la chiesa Madonna del Ponte, in via del Santuario a Narni scalo.

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