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Antonio Lanni: Non dite agli Attori “Hai recitato bene” perchè nel vero Cinema si “Interpreta”

LE INTERVISTE D’AUTORE A CURA DELLA GIORNALISTA CARMEN MINUTOLI 

In questa  intervista scopriamo la grande passione  per il cinema  di un bravissimo  attore che si è  ritrovato a lavorare con registi importanti e ad essere scelto come protagonista indiscusso di una fra le figure storiche più  importanti del secolo scorso, Don Luigi Sturzo. Buona lettura. CM. Antonio Lanni: si definisca in 3 parole

interprete, sognatore, vegan.

Quando nasce la  “voglia di recitare”?

Da bambino amavo stare al centro dell’attenzione, in ogni situazione; di mostrare quanto possibile, per compiacermi; era un forte desiderio, istintivo. La possibilità, più che “voglia”, è arrivata dopo i 25 anni, con l’approccio ad un laboratorio teatrale, al centro universitario teatrale della mia città. Momento fondamentale per il percorso intrapreso successivamente.

Oggi come procede il vissuto artistico/lavorativo?

Ho avuto il piacere e la fortuna di essere diretto da professionisti di grande spessore umano ed artistico e negli ultimi anni ho avuto modo di interpretare ruoli diversi, sia piccoli che di maggior rilievo (Liberi e forti, Tutti i soldi del mondo, Borromini e Bernini, Stato di Ebbrezza, Un Mondo in più, Il Pataffio, ecc..); ogni set è una carezza sul cuore, sul mio animo affranto e provato da tante vicissitudini…e, nonostante tanto mi abbiano tolto (contratti recessi, ruoli saltati un attimo prima della firma, spot per l’estero), ringrazio il Padre, ad ogni respiro, per avermi comunque concesso emozioni, che provo a “rivolgere” a chi segue i lavori in cui partecipo.

 E come semplice persona?

Provo ad essere un padre “decente” per i 2 “piccoli”, di mostrare un po’ del mio lato sensibile e non solo artistico; provo a dedicare momenti di distensione, condivisione, spensieratezza a loro, a chi mi sta accanto. Non è facile perché sono drastico in molte scelte e spesso non proprio del tutto socievole. Mi è difficile staccarmi  dalla musica (suono reggae/dub nel mio studio “segreto”). Purtroppo sono “complicato” e non proprio semplice come persona. Dò fastidio a molti per questo. Odio la superficialità con la quale si tende  spesso ad affrontare temi sociali ed educativi.

Dagli esordi della  passione artistica e dai primi lavori cos’è  cambiato a distanza di tempo?

I primi passi fatti con i primi cortometraggi, o videoclip indipendenti erano frutto di una profonda passione ma anche di carenza tecnica e stile narrativo, pertanto ho sudato tanto perché nessuno mi ha aiutato, all’inizio, a lavorare sui difetti, a migliorare con lo studio, la preparazione e la metodologia; ci sono  arrivato un po’ tardi a comprendere certe dinamiche, ma oggi provo ad essere sempre più accorto nella preparazione meticolosa di ogni ruolo; cerco di consolidare con esperienza e con l’applicazione quotidiana i miei approcci interpretativi. È cambiato che oggi so perfettamente che ogni ruolo che può capitarmi, è il “mio”, appartiene alla mia anima ed alle “mie”” emozioni. Oggi è cambiato che so di interpretare un “ruolo” e mai un “altro personaggio”. Sono io con la mia sensibilità culturale a entrare in un determinato personaggio/ruolo, e non  viceversa. Non mi interessa affatto.

Progetti  passati e recenti già realizzati…Cosa vuole dirci?

Di miei, ho realizzato format per web o tv/social, tipo “Dr. Etica, (sono sul set in questo periodo per finalizzare 4 episodi che andranno a formare un unico blocco/film). Un grande sforzo, ma grazie ad amici, professionisti ed altri bravi interpreti stiamo riuscendo a fare un ottimo lavoro, almeno credo. Per il cinema, quale attore, sono in 2 ruoli, molto diversi, per 2 film importanti, uno è quello di Fabrizio Moro a giorni sul set, l’altro di Claudio Amendola. Un docu-film molto importante, uscito di recente al cinema, e per Sky Arte, è “Borromini” del regista Giovanni Troilo, dove sono Il “Giovane servo Francesco”. Di cose fatte, oltre al discorso cinema, sono orgoglioso di aver scritto alcuni libri, tra questi “Interpretare la realtà”, “Veg & Bio” e Trisomia 21”.

Vuole raccontare qualche aneddoto per esempio sui primi incontri con produttori, colleghi, personaggi vari incontrati in ambito lavorativo avvenuti in passato o anche recentemente?

I produttori purtroppo li ho visti solo di “sfuggita” non possibile intraprendere con loro un dialogo o un confronto…peccato; con altri attori, tante cose, occasioni, ma sempre sul set … ricordo con piacere ad esempio Milena Vukotic (bella persona davvero) che sul set di “Black-out/buio, di Giulia Oriani, mi disse guardandomi in modo deciso: tu dovresti fare proprio il cinema secondo me; non ne ho fatto tanto, ma qualcosa in questi anni è capitato, e io ci provo a “fare”; per le occasioni che mi danno, certo. Poi, proprio su quel set, ho incontrato il grande Vincenzo Crocitti…persona davvero speciale, io credo, e potendo parlare con lui nelle pause, scambiammo parole sul mestiere, sugli agenti, e quello che mi colpì era la sua pacatezza, il suo essere “simpatico” e gentile, senza prevaricare su niente; un vero professionista che mi ha fatto riflettere, a distanza di anni, su tante cose, anche sul come “stare sul set”; Poi  Paolo Sorrentino; mi squadrava, insieme a Valeria Golino, sul set di “The dream” corto-spot per Bulgari, con una faccia tipo: “ma questo da dove è uscito fuori”? Bene, io squadrai loro per tutto il tempo; Sorrentino, in particolare, mi ha dimostrato cosa significhi lavorare su certi set. Ho un ricordo del ruolo “Intellettuale” e del set molto bello; sul set de “Il pataffio” dove faccio “Galetto”, ho scambiato diversi pareri col regista Francesco Lagi, un grande regista, per me; e quando lo sentii dire: <<non fate quello che pensate o credete di fare: fate quello che serve!!>>,  ebbene, mi è bastato sentire questo e il modo come l’ha detto per rimanere colpito, anche dalla maniera di dirigere il suo film. Grande lavoro, grande set.

 

Spesso la carriera artistica  è  contrastata da diverse difficoltà, luoghi comuni, porte difficili da sfondare…È stato così  anche per lei?

Decisamente si. Ma ho cercato di trasformare tutta l’energia negativa in qualcosa di utile per me. E questo provo a fare sempre.

Ha faticato e fatto  “gavetta”  a lungo? È finalmente  superata?

Non ho superato nulla in senso definitivo. Affronto ostacoli, provini, occasioni, quando capita, opportunità; con minimo di tecnica, intelligenza e sensibilità culturale. Non dipende tutto da me, almeno in buona parte, e ne sono consapevole. L’Attore è un mestiere per molti precario. Consapevolezza, ma determinazione nel migliorarmi nei difetti, per poter essere sempre deciso e professionale. Poi pensare al prossimo provino. Senza più rancori e frustrazioni. Sappiamo quali siano gli aspetti secondari e le “stranezze” del lavoro attoriale. Sto imparando a macerarmi di meno l’animo. Difficile. Ma ci provo.

Ha qualche “rivelazione” importante che ha voglia di svelare in questa intervista?

<<Quando pensi solo a recitare, poi ti svegli alle 4 di notte con un pensiero:  “Recitare è come partorire: seguendo tecniche varie, puoi gestire meglio il “travaglio” ma poi, quando devi partorire, devi partorire. E sono dolori. Alla fine di un travaglio o di un monologo, nasce la “creatura”. Come non si potrà dire alla mamma, “hai travagliato bene, Non si potrà dire all’attore, hai recitato bene. Come non puoi fingere il dolore, in un parto, non puoi fingere recitando un monologo. Ci vuole il “dolore della verità” nel far “nascere” qualcosa di concreto: non lo puoi “recitare”, lo puoi solo interpretare>>. Spero di aver risposto con questa mia citazione di giugno 2022.

Qualche “Anticipazione”  artistica  a cui sta lavorando? 

Sono 2 film in lavorazione adesso; in quello di Claudio Amendola sono un membro della commissione; nel film di Fabrizio Moro “martedi e venerdi” sono “il postino”; di mia produzione (CMC) un FILM in 4 episodi, il primo appena chiuso; in anteprima nazionale al cinema teatro Manzoni di Cassino, speriamo a breve, “Dr. Etica/la ricerca e la storia” con la regia di Mariano Tamburrini,  da me scritto e ideato.

 

C’è qualcosa nel  vissuto ad oggi che non è ancora riuscito a realizzare ma a cui tiene fortemente? O meglio, quali sono i Sogni  che  sente di aver già  realizzato e quelli ancora nel cassetto?

Le cose che ho voluto proporre le ho realizzate (alcuni format); il problema è che non avendo santini e Produttori a mia disposizione, questi format, episodi e altro, sono in parte “parcheggiati”, come accade per tanti progetti autofinanziati. In realtà spero di trovare una distribuzione/piattaforma adeguata per i miei format realizzati e qualcosa invece in progetto ancora da fare. Un attore in realtà tiene a poter esprimere al meglio il suo potenziale, la sua energia interpretativa ma, tasto dolente, se non ti capitano o ti offrono ruoli importanti per il tuo “stile interpretativo” riesci a mostrare solo una piccola parte del tuo bagaglio tecnico e attoriale. Purtroppo. Poi se ti “catalogano” come solo “BRAVO” ma per “certi ruoli”  un problema aggiunto. Si spera di poter almeno esprimersi in qualche opera indipendente dove gli autori e registi magari ti offrono uno spazio maggiore alla tua “altezza” o “bassezza” …Dipende. Tutto è opinabile.

 

Se tornasse  indietro, artisticamente, cosa non rifarebbe e cosa invece farebbe senza esitare?

Non farei errori di valutazione, ad esempio con la scelta immediata di agenti che nel tempo hanno dimostrato poca serietà o considerazione, dandoti idea di averti preso per “toglierti ad altri suoi contendenti” di “parcheggiarti”; ed è vero ti dico, perchè una mia ex agente, anche di spessore, dopo un paio di anni che mi rappresentava, mi disse (testuali parole): << Antonio devo chiederti scusa perché non avevo capito bene il tuo potenziale e non ti ho proposto forse al meglio e come meritavi>>!! Dovrei avere ancora la mail in cui lo afferma (e dopo che ci eravamo… “lasciati” ! GIURO. Mi è capitato. Pertanto… senza parole! Invece, farei senza esitazioni ruoli/progetti con giovani registi autori di talento, senza freni, o blocchi mentali, liberi di proporre anche storie diverse, difficili, di forte impatto emotivo e sociale. Farei senza alcun dubbio collaborazioni con registi “empatici” che sanno guardare nei miei occhi che rispecchiano il mio stato d’animo sempre “a comando”. Io rispetto il lavoro del regista affidandogli il mio animo affranto e sincero, nel metterlo nelle sue mani. Basta trovare chi lo capisce. Il rispetto assoluto tra regista e attore è fondamentale. Ho scritto di questi contesti nel mio recente libro “Interpretare la realtà: un apprccio alla recitazione cinematografica”.

Quali valori sono importanti per Antonio? Quali prova a trasmettere?

Con il tempo, certo, ho capito che l’empatia, il confronto e l’ascolto di chi ti “capita” di incontrare, sia fondamentale; mentre all’inizio tendevo a prevaricare, a imporre il mio contesto attoriale e di vissuto; oggi comprendo la necessità di saper ascoltare di guardare il prossimo negli occhi, di capire il disagio, il suo animo, nella semplicità della vita di ognuno (o complessità); il senso del valore etico e di condivisione delle cose che amiamo fare. Cerco di farlo capire ai miei figli, non so se io sia capace a farlo, nonostante sia laureato in Pedagogia ed in Filosofia, ed esperto presso università, per aver insegnato a contratto in master specialistici di sociologia e di psicologia. Ho grandi limiti, come tutti. La famiglia, banale dirlo, rappresenta un perno centrale, per chi ha una moglie/compagna, o figli, a maggior ragione. Hai un compito educativo e sociale dal quale non puoi sottrarti. Provo, in definitiva, da quando ero giovanissimo, a far capire l’importanza dell’aiuto alle persone in difficoltà, mentale, fisica, sociale, esistenziale. Portargli il massimo rispetto e, possibilmente, dargli un aiuto, economico quando possibile, o di qualsiasi tipo. Ognuno guardando chi ha al proprio fianco, nel raggio della propria “azione di vita”. Facendo tutti qualcosa anche in piccolo, saremmo forse persone migliori, senza risolvere del tutto il problema, ma almeno regalando un senso di “vicinanza”, di  bene, di condivisione sociale. Regalare qualcosa di materiale o di “esistenziale”, verso chi vedi… in sofferenza. Anche occasionalmente. Serve empatia. Non “pena” , quella è una cosa diversa. Un capitolo a parte.

Il cinema italiano, la TV, il teatro, gli Eventi, la Radio, il web…Quali differenze  con le produzioni estere europee  ed americane, dal suo punto di vista...

Amo recitare qualsiasi ruolo. Non faccio differenze in questo. Se un parere personale posso esprimere, ti posso dire che ho avuto la fortuna di lavorare per e con registi non italiani  esempio R.Scott e altri registi per Spot internazionali, pluripremiati); fondamentalmente, con le ovvie differenze di budget, ho visto professionisti quasi nella totalità dei set; Poi, a livello organizzativo certo, noti incongruenze e il cinema fatto in Italia, da Americani…dà un “ senso diverso”, forse artistico, ma non tecnico, nel senso che se offri 30 milioni di euro ad un bravo regista italiano, un ottimo casting director, e una Produzione valida……a quel punto non ti direi chi è meglio o peggio. In Italia ci sono talenti, e tanti ancora senza aver avuto la propria occasione, forse non l’avranno mai, IO DEL SET AMERICANO RICORDO QUALCOSA DI GRANDIOSO, A LIVELLO ORGANIZZATIVO, e tutto il bello di lavorare al fianco a Premi Oscar e attori che guadagnano un milione di dollari a film! Sensazione particolare, ma, oltre a questo,  ho la certezza di non “valere” meno di un premio Oscar o di un attore straniero. Sono punti di vista, opinabili. Io sto producendo un film con 4 spiccioli e tanto aiuto “volontario”, e so dove riesco ad arrivare….., diversamente, trovandomi 30 milioni di euro a disposizione per decidere che film fare e come….lascio a te la conclusione. Radio, posso dirti di averne fatta tanta per diversi anni, grazie alla mia prima passione che non tramonta: la musica reggae e dub. Sono stato un promotore della stessa e di gruppi emergenti in Italia, ancor prima di fare questo mestiere. La musica mi ha aiutato ad essere artista con una personalità. In radio mandano spesso, anzi ogni giorno monnezza nostrana. Purtroppo, anche qui, conosco talenti della musica perfettamente sconosciuti alla massa che hanno tecnica, voce e attributi. Ma che nessuno ascolterà mai..alla radio, sicuramente. Lo standard è imposto, anche maggiormente che nel cinema. Gli stessi personaggi devono cantare in tv e alla radio, e gli stessi volti fare i protagonisti in tv e al cinema. Non lo dico io. Contento per i figli di papà, che, almeno, sanno fare. Miracolati, ma magari manco puoi dirgli niente. Se mostrano bravura. Amen. Beati loro, e i loro “Padri” e “padrini”. Io vengo dalla stradina di periferia, ho avuto qualche occasione e magari l’ho sfruttata, e la considerazione di bravi registi, e posso solo ringraziarli all’infinito. Nulla mi è stato “regalato”, anzi, ho dovuto “cedere ad altri interpreti” il mio ruolo, a causa caos pandemico, restrizioni sanitarie, covid, ecc . E rescindere contratto (Ripley) produzione italo/americana ndr). Siamo tutti uguali nelle “differenze” e nella “sensibilità culturale”. Ciò non cambia nel cinema e nella tv. Ci sono Angeli e Demoni. Io li ho visti. Davvero.

 

Quanto ha influito secondo lei, ed influisce  l’avvento della tecnologia? In generale e nella  quotidianità?

Un caos sociale, nella comodità che ci ha portato, la vedo brutta nella fase adolescenziale; una deriva mentale e culturale, un peggioramento dell’istruzione, della cultura (penso a telefonini a scuola e nella vita reale); li toglierei durante orario di lezione, è un assurdo assoluto. Non posso dirti altro, per aspetto positivo, ritornando al cinema e arte, credo che sia una liberazione, nel senso che, almeno, oggi puoi dire la tua, in piccolo, su storie da raccontare, da proporre, con un minimo di tecnica, ci sono possibilità illimitate. Una parte che, seppure nel caos, permette a menti spinte da forza creatrice (purtroppo non sempre in positivo) di mostrarsi e anche con scorciatoie, prima impossibili da trovare. Banalizzando devio dal discorso dicendoti che prendo il bello e il brutto di questo aspetto, mettendoci dentro anche il tempo che spreco in cose futili, che proprio la tecnologia mi porta a seguire e perseguire. Sono un rimbambito digitale quanto altri milioni di persone.

 

Oggi va di moda il tema sulla Intelligenza Artificiale applicata ovunque, quindi anche nel campo artistico; la sua opinione in merito?

Qui ti dico che utilizzo molto questa cosa, con i miei limiti tecnici ed economici, ad esempio per creare brani altrimenti impossibili da creare, ad esempio con la voce artificiale: ci sono applicazioni allucinanti in cui se sai un minimo smanettarci non ti accorgi se hai usato un vero cantante o meno. Estraniante ma, da un verso (buono) grandioso, una possibilità in più, certo, se ben indirizzata per talenti. Ovvio, il rovescio della medaglia, in mano a “coglioni della tastiera”, che utilizzano nel modo peggiore questo vantaggio tecnologico. Ma la storia insegna. Dagli albori del digitale. Croce e delizia. Se penso a videoclip fatti con aiuto del computer, sorrido; ad esempio, “l’esercito degli occhiali a specchio” clip degli AFRICA UNITE, mi ha stravolto, come altri prodotti simili, secondo me, meritevoli di un premio prestigioso. Grandi.

 

La classica domanda: Come si vede Antonio Lanni nel “futuro” ?

Spero di vedermi, non solo invecchiato, ma saggio e meritevole di considerazione ed affetto, come tutte le persone sensibili. Spero, nel ringraziare il Padre, ad ogni respiro, di meritarmi cose belle, di farne tante, di avere e dare. Più che vedermi mi immagino… e sogno di trovarmi in un contesto di vita e sociale soddisfacente per me e chi mi sta accanto. In generale, magari, per il nostro paese, ma non solo. Immagino, pertanto, di vedere migliorare la qualità di vita di altre persone, magari, in piccolo, anche con il mio contributo. Umano ed artistico.

Nel 2022 ha ricevuto il prestigioso VinceAward. Vuole dire qualcosa in merito?

Un Premio che non credevo arrivasse. Di prestigio assoluto; ho avuto il piacere di conoscere personalmente Vincenzo Crocitti e di lavorarci; talento, persona affabile, educata, socievole, autentico maestro; Francesco, l’autore del Premio  è un autentico talento in questa Direzione del VinceAward a lui dedicato e geniale ad aver creato il riconoscimento umano e artistico, (io lo ringrazio in modo assoluto per la considerazione del mio percorso), meritatissimo per questo poliedrico attore, che ci insegna il limite, in campo attoriale, ci dà un esempio autentico, quale percorso artistico. Aver ricevuto il Premio è una carezza sul cuore, mi ha dato spinta emotiva, forza creatrice, il senso di un riconoscimento che va oltre ogni “senso” di bravura, ma richiama al “merito” all’impegno: un premio giusto per chi da il massimo nel limite delle proprie ristrette, possibilità. In questo il Premio è forte, particolare, e Francesco ha colto il senso della “sofferenza” artistica, di tanti attori o musicisti, ad esempio, magari di talento, comprovato, ma non totalmente “espresso”. Unico nel suo genere, ripeto, di grande considerazione. Mi ha onorato, reso partecipe e orgoglioso. La mia stima assoluta a chi lo ha ideato ed allo staff intero che lo porta avanti.

Le origini, la propria terra,  l’amicizia,  la famiglia, l’amore… cosa sono per Antonio?

La famiglia, obiettivo da preservare, da spingere al meglio delle possibilità, che include l’amore vero (che si ha per il “PADRE” e per i figli) ovvio, per chi ti sta a fianco. Una donna, che seppur nelle difficoltà capisce e condivide il tuo animo artistico, permettendo anche momenti di sacrificio, di difficoltà, di giornate complesse. Questo è amore. Il rispetto, nelle difficoltà del mestiere che uno sceglie di fare. Perchè si comprende che se uno si ostina a voler fare una cosa, anche se dovesse sbagliare valutazione è giusto che provi, nei limiti del possibile, a farlo. Provo un amore doppio, per le persone che ho accanto, per il volersi bene, e per il rispetto delle mie scelte, anche impopolari, se penso all’inizio….; non puoi tradire questo rispetto, poi, “l’amore” quello inteso come assoluto….vero! Lo ritengo possibile solo per il “Dio” (Padre) che ognuno cerca. L’amore in senso assoluto è la “ricerca” quotidiana, del senso stesso di questo “termine”. Non puoi amare solo cose esistenti, visibili, materiali. Amore va oltre considerazioni puramente socio-economiche. L’appartenenza ad un territorio lo ritengo importante, ma non fondamentale; occorre essere appartenenti ad un contesto sociale allargato ai confini… dicendo questo intendo, non estremizzare il concetto di “appartenenza”. Il campanilismo estremo non mi piace. Infine l’amicizia, è condivisione. È fondamentale, ma riconoscerla come pura, è cosa complicata. Se non condividi una parte del tuo vissuto e di quello che ami, difficilmente l’amicizia, non dico che non ci sia, ma difficile che continui in maniera forte, come “vita assieme”. Se la condivisione di emozioni va in una sola direzione, e non c’è un vero interesse di “sentirle” proprie. L’amicizia, sfocia in una routine di incontro e scambio abitudinario. Quello che fa la differenza di stare vicino ad una persona senza interessi secondari ma per il piacere di starci vicino e condividere il massimo (o il minimo) di passioni in comune (appunto avendo piacere reciproco di condividerle).

 

ANTONIO LANNI: a chi pensa di voler dire un semplice GRAZIE?

Alla mia famiglia, che mai ha ostacolato il mio percorso tortuoso dai primi passi. Agli agenti e casting director che, in modi diversi, hanno voluto propormi, considerarmi e darmi un minimo di possibilità interpretativa. Agli insegnanti, Mennoia, Merlo; Ai registi, per fortuna sono tanti, in diversi settori (cinema, tv, pubblicità); per ognuno di loro provo un enorme stima e rispetto. I film e gli spot che ho fatto, compreso cortometraggi, portano la firma di autori e registi di spessore, per me, umano e tecnico: da Troilo a Scott, Sorrentino, Lagi, Cini, Lo Cascio, Biglione, Conversano, Nagasawa, Rovello, Amendola, Moro, Pane, Norza, De Angelis/Di Trapani, Caira; per i corti/spot/clip a: Oriani, De Gregorio, Pantano, Zevola, Dentici, Di Sturco, Tamburrini. Tutti sono stati formativi e necessari alla mia crescita professionale ed alla mia autostima. Tutti. Qualcuno in modo maggiore certo, sono nel mio cuore, e spero, sia lo stesso per loro, nei miei riguardi.

Grazie Antonio, per questa apertura totale e grande disponibilità. Un’intervista con l’Anima! Ad Maiora semper. CM

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Copyright: Riutilizzo  consentito  citando autrice_CM e fonte_Cinepress.  Le foto sono ad esclusivo  corredo dell’intervista.

 

 

 

 

 

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